Da circa sei mesi nell’oasi di Colostrai, nel comune di Muravera, nella Sardegna meridionale, si può ammirare una coppia di aquile pescatrici africane e urlatrice. Le hanno viste in molti. Altri hanno "cercato" di fotografarle con appostamenti in diverse postazioni. Non c’è stato nulla da fare. Apertura alare di circa due metri, livrea bianca e nera che le fa assomigliare all’aquila simbolo dell’America, i primi avvistamenti hanno lasciato stupiti gli appassionati del birdwatching. Cosa ci fanno nel Sarrabus due aquile di queste dimensioni, abituate a vivere nella striscia sub sahariana, nei laghi e nei fiumi di Muravera? Fra i tanti che le hanno viste, c’è anche Marco Marci, assessore comunale all’Ambiente di Muravera.
A detta degli esperti del centro di educazione ambientale "Naturalia", è improbabile che la coppia sia migrata dall’Africa. Sembra piuttosto verosimile che arrivi da un allevamento privato, forse dalla Corsica.
Nonostante ciò, la coppia si è inserita benissimo nell’ecosistema di Colostrai, i pesci non mancano e sembra che la coppia stia tentando di fare il nido nello stagno, ispirata dall’ottimo clima e dal cibo a portata di becco e con pochi concorrenti.
“La presenza dell’aquila urlatrice a Colostrai insieme alle altre numerose specie di aironi, spatole e anatidi di tanti e sgargianti colori, stanno richiamando - dice l’assessore Marci - numerosi gruppi di appassionati che soprattutto nei weekend si vedono nei sentieri degli stagni armati di binocoli e macchine fotografiche. Le oasi umide di Capo Ferrato, Colostrai e Feraxi si confermano in questo modo tappe privilegiate per gli uccelli migratori che dall’Africa, raggiungono l’Europa e l’Asia”.
Ora esiste la possibilità di realizzare un centro visite a Capo Ferrato. Ma anche un centro di inanellamento per monitorare gli uccelli che attraversano il Mediterraneo partendo dall'Africa per attraversare poi la rotta Villasimius-Capo Ferrato. Ci sarebbe così la opportunità di studiare le rotte migratorie.
Antonio Serreli