Ci sono due belle realtà sarde ai vertici del rugby nazionale. Amatori Capoterra e Novaco Alghero, seppure posizionate diversamente in classifica, rappresentano un bel biglietto da visita per lo sport isolano.
Una disciplina dura, per gente che ci mette animo, cuore, tenacia e passione. Il rugby non riempie le pagine dei giornali o l’informazione televisiva, se non per grandi eventi, ma sa comunicare con gesti atletici e spirito di sacrificio, non eguali in altri sport.
La Sardegna della palla ovale ha i suoi campioni sul campo. Ma alle spalle può contare su dirigenti e tecnici preparati che alimentano, non senza fatica, i presupposti per ottenere risultati significativi.
L’Amatori Capoterra è lì a stretto contatto con la vetta della classifica e se la gioca alla pari con altre due formazioni, l’Unione Capitolina e il Rubano. Il campionato è ancora lungo e può regalare ulteriori sorprese, ma la squadra guidata da Josè Manuel Queirolo ha tutte le carte in regola per puntare alla “meta” più ambita.
Sono diversi i giocatori sardi che fanno parte della compagine capoterrese. Tra di loro citiamo Claudio Pinna, Tommaso Diana e Gianmarco Bayre.
Classifica diversa per la Novaco Alghero, che sta comunque risalendo verso posizioni meno preoccupanti. La squadra del coach Leonardo Roldan gioca in uno stadio capace di ospitare mille posti a sedere più 500 che si devono accontentare di stare sul prato. Un impianto con club house e terrazza per cercare di vivere al meglio lo sport e la socialità, con servizi di buon livello.
L’Alghero può vantare nel suo palmares un secondo posto nel massimo campionato, stagione 2003-2004. Anche tra i catalani, ci diversi rugbisti di chiara marca “ isolana”. Da Daga a Solinas, passando per Salis e Mele. Un gruppo compatto che anche in questa annata sportiva vuole togliersi qualche soddisfazione. Le motivazioni ci sono e anche la forza per restare nell’elite del rugby nazionale.
Andrea Porcu