Sabato 14 gennaio, nell’ambito del progetto lezioni di cinema, nelle sale del “Punto Cagliari”, del circolo “Su Nuraghe” di Biella, Simone Vaccargiu ha presentato il film “L’arbitro”, opera del regista Paolo Zucca.
Il cortometraggio racconta la vicenda di due ladroni i cui destini si incrociano nella bolgia infernale di un derby calcistico di terza categoria. Un piccolo “kolossal” dai risvolti surreali girato per la gran parte a Bonarcado, nel Montiferru. Un’opera tanto complessa dal punto di vista produttivo e tecnico quanto originale nella sua alternanza “folle” di toni e stilemi cinematografici.
Simone Vaccargiu è nato a Biella 26 anni fa, da padre sardo e madre lucana della provincia di Matera. Ha studiato all’Istituto per Geometri a Biella. Fa il carpentiere, ma la sua attività lavorativa è stata anche: panettiere, aiuto cuoco e commesso, operaio, magazziniere e muratore. Si sa, le forme attuali di contratto non sempre permettono la stabilizzazione in un determinato posto di lavoro.
Rientrato pochi giorni fa dalla Sardegna dove ha trascorso il periodo natalizio con i genitori, intrattiene fortissimi legami con l’Isola per rientrarci sempre molto volentieri. Ad accoglierlo i numerosissimi parenti, oltre ottanta i soli cugnini di primo e secondo grado.
“Faccio sport e gioco a pallone – ha spiegato Simone Vaccargiu - da quando ero ragazzino. Anche per questo – ha sottolineato - ho avuto piacere nel presentare questo film, in cui ho cercato di mettere in evidenza alcuni aspetti interessanti sviluppati dal regista, che vanno al di là del semplice racconto della partita di calcio disputata in una Sardegna irreale. Infatti, in questa pellicola, Paolo Zucca racconta - dal suo punto di vista - come vede i Sardi attraverso un breve cortometraggio della durata di soli 15 minuti, realizzato nel 2006 per conto dell’ISRE, l’Istituto Superiore Regione Etnografico della Regione Autonoma della Sardegna.
Il regista parla dei Sardi con ironia, in un susseguirsi velocissimo di scene, attraverso una partita di pallone da subito molto violenta, attraverso la quale mette in risalto il carattere forte degli isolani.
L’assenza del colore e la scelta delle immagini in bianco e nero, con colonna sonora dal vago sapore Western, fa assumere alla nostra Isola l’aspetto di un territorio di frontiera, come se si trattasse del vecchio Ovest degli Stati Uniti”.
“A buona ragione – sottolinea Simone - “L’arbitro” ha avuto importanti riconoscimenti: dal David di Donatello, nel 2008, il nostro “Oscar” in quanto “opera convincente e valida - secondo il parere della Giuria che ha conferito il Premio - che ha visto sul set un’ottima collaborazione tra professionisti”. Altri riconoscimenti sono stati il Premio Speciale della Giuria di Clermont-Ferrand e quello del Nastro d'Argento per la miglior regia”.
A fine serata, la soddisfazione di tutti i partecipanti.