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Avviato l’iter per la Riforma della Regione

 E’ cominciato l’iter delle riforme istituzionali in Sardegna. La  Prima Commissione (Autonomia) del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Maninchedda, si è riunita in seduta pubblica ed  estesa a tutti i capigruppo, con l’obiettivo di individuare i principi cardine sui quali elaborare un testo di legge Statutaria, la legge elettorale e la Riforma dell’ordinamento degli Enti locali.


Il presidente Maninchedda ha chiesto ai consiglieri e ai capigruppo di esprimere su ogni punto la posizione ufficiale dei partiti di riferimento partendo da tutte le proposte finora presentate dalle varie forze politiche e dalla legge Statutaria approvata nella precedente legislatura.
Intenso il dibattito sui principi e sulla modalità di elezione del presidente della Regione.
La Commissione – è detto in un comunicato - ha trovato una sintesi con un voto all’unanimità che ha dato mandato al relatore Gian Valerio Sanna (Pd) per un testo di Statutaria che si basi sull’elezione diretta del presidente ma con un sistema di bilanciamento che garantisca la distinzione tra il potere esecutivo e quello legislativo.
Per il parlamentarismo, e dunque l’elezione del presidente della Regione in capo al Consiglio regionale, si sono espressi Roberto Capelli (Api), Franco Cuccureddu (Mpa), Luciano Uras (Sel) e Nanni Campus (Pdl) che ha rivendicato la propria libertà di espressione “su questioni così rilevanti come la scelta della forma di governo”. A favore del presidenzialismo invece Adriano Salis (Idv), Renato Soru (Pd), Franco Meloni (Riformatori), Mario Diana (Pdl) e Giulio Steri (Udc), tutti - ad eccezione dell’esponente dei Riformatori, Meloni, a favore del presidenzialismo “senza se e senza ma” -  hanno però indicato la necessità di “”temperare”” l’eccesso di presidenzialismo per contenere i rischi che ne possono derivare.
In particolare il problema emerso nella maggior parte degli interventi – prosegue la nota - è stato il mantenimento delle prerogative del Consiglio regionale. Per l’esponente di Sel Luciano Uras “è necessario riaffermare i valori della democrazia costituzionale ed evitare l’espropriazione delle funzioni costituzionalmente assegnate alle assemblee parlamentari, come troppo spessi si sta assistendo in Parlamento e in Consiglio regionale”. Per Cuccureddu, favorevole al parlamentarismo, “si può comunque prevedere l’indicazione del presidente ma non si può vincolare tutto il sistema democratico alla figura di una sola persona”. Stessa posizione anche per Campus che ha parlato del sistema attuale come di una “dittatura che accentra il potere nelle mani di una sola persona”. Crede fortemente nella democrazia partecipativa invece l’ex presidente della Regione Renato Soru: “I cittadini vogliono partecipare alle scelte sempre di più, non possiamo perdere ciò che è stato conquistato a fatica”. Dello stesso avviso il capogruppo dell’Idv Adriano Salis che insiste però sul “mantenimento a tutti i costi delle prerogative democratiche ed elettive del Consiglio regionale”. Anche il presidente del gruppo del Pdl Mario Diana punta sulla distinzione netta tra il potere legislativo e l’esecutivo ammettendo che “il presidenzialismo qualche problema l’ha creato e sta continuando a crearlo”. “Non si può certo permettere che un presidente della Regione possa far decadere il Consiglio regionale o possa minacciarlo -– ha sottolineato Diana -– ma in questo momento la gente non capirebbe un dietrofront verso il parlamentarismo”. Anche Giulio Steri (Udc) ha indicato la necessità stringente di un bilanciamento, ipotizzando anche l’introduzione della figura del vicepresidente della Giunta.
Il dibattito è poi proseguito sul secondo punto all’ordine del giorno della seduta, il premio di maggioranza (“principi in tema di stabilità e rappresentatività del Consiglio regionale”), per il quale la Commissione ancora all’unanimità ha dato mandato al relatore Giulio Steri (Udc-Fli) di stendere una bozza di legge elettorale - facendo sintesi tra le proposte di legge presentate da Nanni Campus, Giulio Steri e Franco Meloni - che preveda un premio di maggioranza limitato e che garantisca un’equa rappresentatività delle forze politiche di minoranza, articolato su base provinciale e con l'ipotesi di un doppio livello di consultazione. Le posizioni emerse durante la discussione si sono focalizzate sulla presenza o meno del listino regionale sul quale si sono espressi a favore il capogruppo del Pdl Mario Diana, che ha però sottolineato la necessità che sia “a preferenza e che preveda una quota di minoranza”, e il riformatore Franco Meloni per il quale “il listino consente l’ingresso in Consiglio di personalità con consenso su base regionale”. Contrari tutti gli altri consiglieri, a partire da Nanni Campus che ha anche paventato il pericolo di campagne elettorali troppo costose se su base regionale. “No a un listino di nominati anche per Luciano Uras e Giulio Steri, aperti alla previsione di preferenze. Sul premio di maggioranza l’orientamento della Commissione si è indirizzato sul rapporto 45-55 per cento, con qualche posizione che lo ha indicato sul 60-40 per cento.
Il presidente Maninchedda ha aggiornato i lavori della Commissione a giovedì 26 alle 10 per l’esame, sempre in seduta pubblica, dell’ultimo punto relativo alle riforme, quello riguardante l’ordinamento degli Enti locali (“Principi in tema di riforma delle Province e della composizione dei consigli comunali”).

 

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