vi trasmetto copia della lettera che ho inviato al Consolato d’Italia a Marsiglia per segnalare il caso del detenuto sardo pubblicato nella pagina delle lettere nel numero di ottobre 2010 de “Il Messaggero sardo”. Sarebbe opportuno che il giornale segnalasse il cognome del detenuto (la lettera era firmata solo con il nome) al Consulat Gen. d’Italie 00056 Rue D’alger - 13005 - Marseille:
«Signor Console Generale, Mi permetto di trasmetterLe la pagina “posta” del Messaggero Sardo di ottobre, “mensile della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo”, in cui si può leggere di un connazionale detenuto a Marsiglia, probabilmente alle Baumettes, che sembra conoscere le difficoltà che descrive. Mi dispiace constatare lo scarso interesse che costui, infelice in ogni caso, ha suscitato presso il periodico Sardo, che lo rimanda a una speranza che io ho voluto rilevare e trasmettere all’autorità più vicina e, io spero, la più competente. Le bottiglie affidate al moto ondoso sono ancora meno efficaci del servizio postale.
Voglia gradire, Signor Console Generale, i miei più rispettosi saluti».
Caro Pallamidessi,
apprezziamo la sua sensibilità e la ringraziamo per averci fornito l’indirizzo del consolato al quale abbiamo inviato il nominativo del detenuto sardo che per ragioni di privacy non abbiamo pubblicato nel giornale. Non abbiamo gradito il suo accenno polemico. Il fatto stesso che lei abbia appreso del caso del detenuto sardo e si sia fatto interprete del suo problema presso il Consolato d’Italia a Marsiglia è la conferma indiretta che “le bottiglie affidate al moto ondoso” molte volte arrivano a destinazione. La vicenda di Umberto non ha suscitato “scarso interesse presso il periodico sardo”, al contrario. Il nostro compito è quello di dare visibilità alle vicende e ai problemi che altri hanno il dovere di affrontare e risolvere. È quello che abbiamo fatto pubblicando la lettera senza commenti che sarebbero stati superflui.