C’è un altro modo per rimanere legati alle radici del ballo sardo, diverso da quello più consueto del nascere e crescere tra le sagre paesane e le feste nostrane in sa prazza.
Un modo che sembrerà inconcepibile per i più, ma esiste: imparare una quantità di balli via internet, o attraverso qualche video procurato dalla Sardegna.
Questa è la realtà de “Sa Sardigna”, un gruppo di quattordici giovani sardi-argentini di Rosario, provincia di Santa Fe, 300 chilometri a nord-ovest di Buenos Aires. Questa è la storia di chi nasce e cresce lontano dalla terra dove nacquero i nonni – per alcuni, i bisnonni ormai – ma mantiene un legame straordinario, un attaccamento affettivo e culturale trasmesso con la cittadinanza italiana e tanti ricordi, oggetti, foto, cartoline, documenti passati da una generazione all’altra.
Il Circolo Sardo di Rosario è nato nel 1993, a casa di Sebastiano Mureddu emigrato di Orani, che per tanto tempo ne è stato presidente e tuttora, all’invidiabile età di novantun’anni, ne è validissimo collaboratore nonché stimatissimo chef.
Dopo di lui e fino a pochi mesi fa è stata presidente Eva Sindakovic Baccoli – il marito era di Barrali – e ora è il turno di Joana Tévez, nipote di un’emigrata di Pozzomaggiore.
Marcello Garbati