Migliaia di persone (20 mila secondo i sindacati, 15 mila per la Questura) hanno attraversato in corteo le vie di Cagliari in occasione dello sciopero generale dell'industria e delle attività produttive proclamato da Cgil, Cisl e Uil della Sardegna per sollecitare da Governo e Regione interventi concreti per creare lavoro.
Il corteo si era aperto con uno striscione con la scritta "Rossella libera", portato dalle donne del sindacato.
I sindacati chiedono al Governo nazionale di rendere prioritaria la “vertenza Sardegna”, e accusano la politica regionale di non essere capace di dare risposte per la “crescita e lo sviluppo”.
Il corteo si è concluso nella piazza del Carmine con gli interventi dei leader sindacali. Il segretario nazionale della Uil, Luigi Angeletti è stato contestato con fischi e cori di “venduto” e di “l'art. 18 non si tocca”. Il leader della Uil ha continuato il suo intervento nonostante la contestazione.
“Il sindacato continuerà la sua battaglia per il lavoro e le tutele - ha detto il segretario regionale della Cgil, Enzo Costa fino a quando non verrà attivato un tavolo di confronto serio che ponga la vertenza Sardegna nell'agenda del Governo: l'Esecutivo nazionale deve capire che tagliare gli ammortizzatori sociali significa aumentare le sacche di povertà”.
Il segretario della Cisl sarda, Mario Medde, ha denunciato “il silenzio totale del Governo nazionale e della Regione sul rilancio delle attività produttive in Sardegna. Noi poniamo un problema politico, perché la classe dirigente sarda non soddisfa la domanda di lavoro ed è poco credibile quando tenta di alzare la voce con Roma”.
“I tavoli tecnici non servono più – ha detto la segretaria della Uil sarda, Francesca Ticca - le analisi le abbiamo già fatte tante volte è arrivata l'ora di sederci ad un tavolo politico per dare risposte al sistema produttivo dell'Isola: nessuna politica assistenziale, ma azioni attive per il lavoro”.
Queste sono le cifre della situazione di crisi: 350 mila persone sotto la soglia di povertà, 30 mila posti di lavoro persi nell'ultimo anno, oltre 100 mila lavoratori, su 450 mila, che usufruiscono di ammortizzatori sociali.
Quello di oggi è il quarto sciopero in tre anni organizzato da Cgil-Cisl-Uil. L’ultimo l’11 novembre scorso aveva portato a Cagliari 60 mila persone.