Nel 2012 la festa del popolo sardo in Lombardia si è tenuta a Lecco e si è svolta nel segno di Grazia Deledda e Alessandro Manzoni.
Dal 2003, ogni anno cambiando località, i 20 Circoli della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), in una domenica immediatamente precedente o successiva alla data del 28 aprile, onorano in Lombardia la “festa del popolo sardo” (“Sa Die de sa Sardigna” - Il Giorno della Sardegna), che vuole ricordare la data del 28 aprile 1794, giorno in cui avvenne la (temporanea) cacciata dei Piemontesi dall’isola ad opera del popolo cagliaritano.
A Lecco e si è svolta in due giornate. Nel pomeriggio del 28 aprile, nella sala “Don Giovanni Ticozzi” della Provincia di Lecco, è stato organizzato un confronto tra due figure eccelse della letteratura italiana: il lombardo Alessandro Manzoni e la sarda Grazia Deledda. L’incontro letterario ha consentito il dialogo fra due scrittori, l’ “autore da oltre 2 milioni di copie” Andrea Vitali (medico di base, nato nel 1956 a Bellano, in provincia di Lecco, tra i cinque finalisti del Premio Strega nel 2009) e Gianni Marilotti (docente di storia e filosofia nei licei, nato nel 1953 a Cagliari, vincitore del Premio Calvino nel 2003 con il romanzo edito da Maestrale “La quattordicesima commensale”) . Il primo ha letto e commentato da par suo alcune pagine del romanzo “Cenere” (1904) della scrittrice nuorese, premio Nobel per la letteratura nel 1926; Marilotti invece ha proposto un ampio saggio storico-critico sull'autore de “I Promessi Sposi” e sulla sua produzione letteraria. Il confronto è stato coordinato da chi scrive.
Domenica 29 aprile, l’associazione culturale “Amsicora” di Lecco (presieduta da Giuseppe Tiana), in collaborazione con gli altri 19 circoli sardi della Lombardia (della circoscrizione lombarda è coordinatore Antonello Argiolas), è stata impegnata nell’organizzazione di una serie di eventi aperti alla fruizione, secondo un progetto interculturale, anche dei cittadini lecchesi oltre che, naturalmente, degli oltre trecento sardi convenuti. In mattinata, presso la sala “Ticozzi”, dopo i saluti di Tiana e di Argiolas, dopo quelli del sindaco Virginio Brivio e dell’amministrazione comunale di Lecco portati dal vicesindaco Vittorio Campione (era presente anche l’assessore Ivano Donato), la ricorrenza de “Sa Die de sa Sardigna” è stata celebrata con una ammirevole relazione dello storico Luciano Carta su “Il canto della ‘sarda rivoluzione’ 1793 – 1796”.
Il magistrato Francesco Ignazio Mannu, nato a Ozieri nel 1758 e morto a Cagliari nel 1839, protagonista delle vicende dello Stamento militare nell’ambito del “triennio rivoluzionario sardo” 1793-1796, è l’autore delle 47 ottave in limba del canto patriottico antifeudale “Su patriota sardu a sos feudatarios” (conosciuto come “la Marsigliese sarda”, stampato clandestinamente tra la fine del 1795 e gli inizi del 1796), che comincia con i notissimi versi: “Procurade ’e moderare / Barones sa tirania / Chi si no pro vida mia / Torrades a pè in terra”.
Dopo l’applauditissima relazione di Carta, Tonino Mulas, presidente onorario della FASI, ha esposto le considerazioni finali: sul significato della festa “nazionale” per i sardi emigrati; sul grande valore del volontariato sociale espresso dai Circoli FASI; sugli impegni dell’organizzazione in tema di continuità territoriale a favore di tutti i sardi e per il ringiovanimento dei quadri dirigenti dei Circoli.
È quindi seguita, presso la Basilica di San Nicolò, la messa officiata dal prevosto monsignor Franco Cecchin. La messa è stata accompagnata dai canti religiosi in lingua sarda proposti dal Coro “Gavino Gabriel” di Tempio Pausania, presieduto da Giuseppe Sotgiu.
Lo stesso Coro, nel pomeriggio, sempre presso la sala “Ticozzi”, si è esibito nei canti profani (serenate, canti d’amore) del proprio repertorio. È spettato quindi al Coro Alpino Lecchese difendere i “colori” della tradizione musicale della provincia di Lecco. Gran finale con i balli sardi del gruppo folk del Circolo sardo di Bareggio-Cornaredo (Milano) presieduto da Franco un Saddi. (foto di Francesco Sanna).
Paolo Pulina