L’Assessorato al Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, in applicazione delle delibera regionale sul patto di stabilità, ha bloccato tutte le spese per le attività dei circoli sardi nel mondo per il 2012, e anche tutte le spese dei progetti 2011, deliberate e impegnate, salvo, si dice i contratti con penale legalmente registrati.
È un vero disastro, che prelude alla crisi di tutti e alla chiusura definitiva di molti circoli.
Addirittura in alcuni casi, anche per un accanimento di vincoli burocratici, non sono stati erogati i contributi già rendicontati per attività nei due anni precedenti.
Cosa accade in pratica? Che tutti i programmi, gli impegni e le spese fatte finora, grazie anche alle anticipazioni personali dei dirigenti e dei soci rischiano di andare persi.
Bisogna chiarire che i circoli e il mondo del volontariato hanno lavorato sempre sulla fiducia e la solidarietà, l’unico modo per ottenere condizioni favorevoli inferiori ai normali prezzi di mercato, e di diminuire le spese di gestione, sostituite dal volontariato. Ecco perché i circoli non usano lo strumento dei contratti legali, con penale. A parte il fatto che se ci fossero le penali, visti i ritardi storici con i quali ricevono i contributi, i circoli sarebbero già stati tutti chiusi da “Equitalia”.
Non è ammissibile ed è illegale che si diano vincoli e si pongano condizioni nuove su attività e impegni pregressi.
Noi chiediamo solo quanto previsto dalla legge e dal programma annuale.
Non si possono abolire il 4 maggio, quasi a metà anno, i fondi già impegnati o spesi delle attività del 2012, previsti da un piano approvato dalla Consulta e da una delibera della Giunta; sarebbe un atto irresponsabile. Come può la Giunta approvare un programma il 18 aprile e annullarlo il 21 maggio? Delle due l’una: o questa Giunta è totalmente incapace oppure è un’autentica presa in giro. Tutto questo si inserisce in una situazione di gravità eccezionale per i tagli del 33% della spesa dell’Assessorato al Lavoro, in un momento dove l’emergenza occupazionale e i problemi degli ammortizzatori sociali sono prioritari.
Noi chiediamo che le attività dei circoli che riguardano la promozione della Sardegna (cultura, turismo, prodotti) siano mantenute. Mantenere solo la quota affitti significa punire chi fa iniziativa e trasformare i circoli in gusci vuoti. Oggi più che mai la Sardegna non deve chiudersi, ma mantenere aperti e funzionanti i suoi canali di comunicazione con il mondo, indirizzando e potenziando l’azione di promozione delle associazioni degli emigrati.
Al massimo, si possono non impegnare i fondi per i progetti regionali 2012, non ancora scelti e deliberati.
Ufficio di Presidenza della Consulta dell’Emigrazione.
Domenico Scala, Tonino Mulas, Vittorio Vargiu, Pino Dessì.