Serata particolarmente gustosa e interessante quella organizzata dall’autore, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Ozieri, per la presentazione di “Teraca”, primo romanzo di Pinuccio Becca, un’esperienza giornalistica nei fogli locali e da qualche tempo appassionato cultore di letteratura.
Si tratta di una storia che Becca ha voluto scrivere per ricordare una particolare forma di violenza sulle donne che veniva consumata spesso da parte di facoltosi padroni, verso le serve (Teracas) che, quasi sempre, spinte dal bisogno e dall’indigenza, dovevano sopportare in silenzio, senza alcun aiuto o giustizia. Il romanzo racconta infatti l’esperienza di una giovane donna che, per aiutare la famiglia a seguito della tragica morte del padre, va a servizio presso una famiglia benestante del paese di Osiri che ben si può riconoscere nell’ambiente di Ozieri, città natale dell’autore. La vicenda si snoda sullo sfondo della seconda guerra mondiale e descrive la triste esperienza della giovane Bastiana che, rimasta incinta del figlio del padrone, decide di mantenere la sua creatura a costo di grandissimi sacrifici compresa una dolorosa emigrazione a Milano. Di questo personaggio Becca esalta la grande forza d’animo, la dignità, la grande sofferenza di dover rinunciare all’amore del suo promesso sposo, ma anche il riscatto, la soddisfazione di vedere quel bambino diventare grande e affermarsi nel lavoro, sino a seguirla e sostenerla nella risoluzione finale. Tra le sofferenze di Bastiana Pinuccio Becca, emigrato per tanti anni a Milano per lavorare nel campo dell’informatica, descrive il disadattamento e le difficoltà di dover lasciare il paese e la famiglia emigrando prima in una casa di accoglienza e poi definitivamente “in continente” per allevare e crescere il figlio lontano dal pregiudizio.
Un finale veramente a sorpresa, incredibile e inimmaginabile che non sveliamo per lasciare al lettore tutto il piacere di leggere il romanzo. Una storia che si legge tutta d’un fiato e che riporta alla mente usi, costumi e tradizioni di Ozieri in particolare e della Sardegna in generale. Gli avvenimenti e gli stati d’animo dei vari personaggi sono puntualmente ed efficacemente descritti dall’autore con un linguaggio semplice, non ridondante, ma molto preciso e apprezzabile.
Il “reading” a cura delle attrici della Compagnia delle donne è stato sapientemente introdotto da Vanni Fadda, ex presidente della Comunità Montana Monte Acuto e già sindaco di Ozieri, il quale ha saputo creare la giusta atmosfera, supportato anche da intermezzi musicali della cantante lirica Rosa Maria Cuboni. Le attrici hanno letto e recitato – con piacevoli intermezzi in lingua sarda – i passi salienti del romanzo amplificando il “pathos” e rendendo veritiere le varie scene.
E’ seguito un dibattito che ha messo in risalto vari aspetti dell’opera sia dal punto di vista letterario (è stato citato anche il Manzoni per definirlo un romanzo storico) che da quello identitario, tradizionale e del costume, della morale e della condizione sociale allora vigente. Tra i vari personaggi assume un particolare significato il ruolo del mercante di bestiame che a buon diritto possiamo definire il “perno” di tutta la storia, un vero e proprio “deus ex machina” attorno al quale ruotano gli snodi del racconto. Quando la speranza sembra ormai perduta è lui che entra in scena e ridona fiducia, sbroglia la matassa, ora accogliendo Bastiana in casa sua, ora trovando gli amici giusti per aiutare altre persone. Quasi l’azione di una “divina provvidenza” ante litteram, oppure il caso che, nei momenti difficili, lo chiama in causa e lui, grazie alla sua disponibilità economica e alle amicizie altolocate, trova sempre una soluzione. Un’opera prima che appare molto valida per cui se ne consiglia vivamente la lettura.
Nella foto da sin.: Vanni Fadda, il sindaco Leonardo Ladu e Pinuccio Becca.
Diego Satta