Abbiamo già raccontato, sul “Messaggero” del giugno 2009, la storia di Lucia Sanna: nativa di Bitti ed emigrata a Pavia, ha lavorato come ostetrica e caposala al Policlinico “San Martino” di quella città, fino a quando è stata colpita – a soli quarant’anni – da una grave malattia agli occhi.
Per “tirare avanti”, come si dice, ha dovuto farsi molto coraggio, e ha trovato motivo di impegno e di realizzazione personale nella scrittura: nell’articolo dell’anno scorso parlavamo di due suoi libri, uno di poesie e uno autobiografico, dove raccontava gioie e traversie (ha dovuto affrontare anche la separazione dal marito) della sua vita.

Poi sono venuti per lei tempi ancora più difficili, ed è stata colpita dalla depressione, una malattia quasi scontata per persone che si trovano come lei ad affrontare problemi così gravi.
Ma grazie al suo coraggio e alla sua fiducia nella vita e nei suoi simili, Lucia è riuscita ancora una volta a ritrovare la serenità. E ne ha fatto nuovamente motivo di scrittura: ha pubblicato un altro libro di versi, dove si prende gioco della depressione denominandola l’orca o, come scrive lei tutto unito, «lorca».
Una parola unica dove ha attribuito a ogni lettera un nuovo significato: «L: luce come me Lucia; O: orgoglio, operare; R: ragionare e rispettare la vita, ne vale la pena vivere; C: creare, credere, tenere le amicizie; A: autostima di te stessa». E conclude: «Così facendo lorca è morta e io faccio festa». Il libro si intitola ovviamente L’orca (può essere richiesto all’autrice, via Brichetti 20, 27100 Pavia, tel. 0382.525788) e si apre con la poesia che riportiamo.
In un articolo uscito sulla “Gazzetta del Sulcis-Iglesiente” Cristoforo Puddu scrive che la silloge, tutta in italiano, è nutrita della poesia intesa come «terapia per contrastare, combattere e sconfiggere l’orca della depressione» e salvaguardare «il delicato equilibrio psicologico e fisico con i suoi contraccolpi».
E riferisce che ai versi d’apertura seguono «istintive composizioni d’occasione, con la puntuale dedica», che «sono dei messaggi di gratitudine per familiari, amici, operatori del volontariato e religiosi». Perché per poter tornare a una vita normale è necessario sentirsi circondati dall’affetto di tutti.
Alla poesia di Lucia Sanna ne affianchiamo altre che si potrebbero riunire sotto il titolo «Come la vita continua», perché sono ispirate da considerazioni a carattere autobiografico e morale, con qualche confronto tra il passato e il presente e, come è naturale in questa pagina, con l’affiorare di un immancabile filo di nostalgia.