“Come Penelope”, una raccolta di poesie in italiano, uscita da poco a Milano, è l’opera prima e anche l’ultima di Dionigia Fenu di Villanova Monteleone. Curata dalle studiose Bice Galbiati Grillo, milanese, e da Giovanna Arca, di originaria di Villanova (insegnanti di lettere a Darfo Boario), la silloge è nata da un cernita di numerose poesie che le sorelle di Dionigia si sono trovate tra le mani qualche giorno dopo la sua scomparsa.
In piena maturità, la mente rivolta a lecite speranze, Dionigia ha dovuto arrendersi all’assalto di un male che se l’è portata via. Un assalto affrontato, e più volte respinto, con forza e fiducia non prive di una certa ironia, molto spesso autoironia, come usano fare le persone di carattere aperto e senza troppa paura di fronte ad accadimenti anche irrimediabili.
“Voglio vedere - diceva già nel suo ultimo letto d’ospedale - se Gesù non mi darà una mano: avendo sposato Maria Josefa, mia sorella, che si è fatta suora quasi da bambina, suor Simonetta e suor Maria Lidia, mie cugine, con lui siamo almeno cognati”. Rideva con quel suo sorriso dolce e piano che distendeva le linee del viso molto spesso un po’ tese.
Il libro, suddiviso in sei sezioni, presenta “le composizioni non secondo un ordine cronologico scrive nell’introduzione Bice Galbiati Grillo - ma raggruppandole da un punto di vista, diciamo così, tematico, per consentire al lettore di farsi un’idea abbastanza esauriente delle diverse sfaccettature della personalità dell’autrice”.
Le sei sezioni (Parole, Pastelli, Dolce per sé, Io, tu, gli altri, Il male di vivere, La vita è altrove) ci offrono le chiavi di letture dei testi rappresentati. Chiavi di lettura puntuali e chiare quanto possono esserlo quelle della poesia; soprattutto, come del resto è questa di Dionigia, buona poesia.
Uscita a pieni voti dal Liceo Classico di Alghero, laureatasi col massimo punteggio in Scienze Biologiche all’Università di Sassari, Dionigia ha insegnato alla scuola media rivelando ottime capacità di insegnante. Ha trovato anche il tempo, così breve per lei, di dedicarsi al disegno e alla pittura (l’illustrazione della copertina è sua), alla musica e all’arte manuale, confezionando con la rafia gentili manufatti che regalava agli amici con in quali ha rivelato una delle sue qualità più esclusive: pochi come lei hanno coltivato l’amicizia sincera portandola al livello di parentela.
“Come Penelope”, questo meraviglioso librino salvato dalle sorelle di Dionigia che, come già detto è stato ricavato dai molti versi lasciati da Dionigia, tutti scritti a matita, e portato all’onore di un’elegante pubblicazione da Bice Galbiati Grillo e da Giovanna Arca, potrebbe essere presentato ad Alghero e a Villanova Monteleone. Il ricavato delle vendite andrebbe al centro nutrizionale di Isiro in Congo curato dal missionario padre Rinaldo Do, “nella certezza - si legge nella fascetta editoriale - che anche a Dionigia questo sarebbe gradito”.
Il libro è stato già presentato nel mese di aprile a Boario Terme in provincia di Brescia. E mi piace qui riportare fedelmente una comunicazione di Giovanna Arca, che è anche una testimonianza di come le due insegnanti curatrici del libro si siano impegnate, per affetto a Dionigia e per sentimento di fratellanza per chi si muove per il mondo lungo la strada del bene ad ogni costo, a diffondere “Come Penelope”: “In meno di tre mesi si è innescata una vera e propria catena di solidarietà che ha portato alla vendita di ben 300 copie. La Valle Camonica è sempre stata una terra ricca di persone dal cuore missionario e generoso, pronte ad aprirsi alle difficoltà e alle sofferenze di quanti nel mondo subiscono privazioni e abusi inimmaginabili. L'intero ricavato è già stato devoluto al centro nutrizionale di Isiro in Congo”.
Un omaggio di estremo candore allo spirito della poesia e al necessario impegno della solidarietà umana.
Barbarina e Franco Fresi
