Rossella Urru non è più prigioniera: è esplosa di gioia la Sardegna intera, inclusi tutti gli emigrati nel mondo, che si sono mobilitati con profondo impegno e lodevole determinazione per rivendicare la sua liberazione.
Dopo nove mesi torna alla libertà una sarda di coriacea personalità per la quale cooperare vuole dire
un campo profughi da accudire con spirito materno e protettivo: poteva non essere punto sul vivo
chi la vedeva stringere al petto, amorevole, l’innocente bimbetto?
Un pensiero ai colleghi spagnoli, anch’essi nel deserto non più soli, ma è festa per tutta la gente sarda, che il 18 luglio fino a notte tarda, a Samugheo e in tutto il mondo, ha salutato la “rinascita” alla vita di una conterranea di forza inaudita!
Paolo Pulina