L’ Ufficio di presidenza della Consulta, venuto a conoscenza dell’approvazione del disegno di legge sugli interventi per i Sardi nel Mondo, ha inviato una “lettera aperta” all’ Assessore del Lavoro Antonello Liori, al presidente della Regione Ugo Cappellacci, al presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, a tutti gli Assessori regionali per segnalare che “la rete dei sardi nel mondo è a rischio di estinzione”.
La lettera, firmata dal vicepresidente vicario della Consulta, Domenico Scala, dal vicepresidente Tonino Mulas e dai componenti l’Ufficio di presidenza Giuseppe Dessì e Vittorio Vargiu, è stata sottoscritta da Serafina Mascia (presidente Federazione Associazioni Sarde in Italia), Francesca Fais (presidente Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera), Gianni Manca (presidente Federazione dei Circoli Sardi in Germania), Carlo Murgia (presidente Federazione dei Circoli Sardi in Belgio), Francesco Laconi (presidente Federazione dei Circoli Sardi in Francia), Mario Agus (presidente Federazione dei Circoli Sardi in Olanda), Margarita Tavera (presidente Federazione dei Circoli Sardi in Argentina), Alberto Mario Delogu (Consultore Canada), Pietro Schirru (Consultore Australia), Pier Paolo Cicalò (presidente FAES Associazioni di Tutela),Nando Ceruso, esperto in materia di emigrazione nominato dal Consiglio Regionale.
“Vogliamo farci portatori – è detto, tra l’altro, nella lettera - dell’estremo stato di allarme e della crescente protesta, che si esprime nei Circoli, nelle Federazioni, nelle Associazioni di Tutela e nell’area vasta dei Sardi del mondo. Esprimiamo anche il nostro personale disagio – prosegue la lettera - per non avere ricevuto le informazioni necessarie. Apprendiamo che è stata approvata in Giunta il 10 ottobre la nuova proposta di legge sui Sardi nel mondo. La Consulta e l’Ufficio di Presidenza avevano avanzato critiche e proposte di integrazione: non ci è stato neanche inviato per conoscenza il testo definitivo presentato. È stata mandata ai Circoli il 19 settembre (alle Federazioni solo il 9 ottobre) la richiesta di suggerimenti sul piano annuale, con scadenza il 15 ottobre. Ne’ la Consulta (dove ci sono anche le Federazioni di Tutela, gli esperti nominati dalla Giunta Regionale e i rappresentanti sindacali), né l’ufficio di Presidenza hanno ricevuto tale comunicazione”.
“La stessa cosa – è detto ancora nella lettera aperta - vale per la comunicazione del preannuncio di una ulteriore proposta di taglio del 30% per il bilancio 2013: come se fosse un evento che non ha bisogno della discussione dell’organo massimo di direzione dell’emigrazione e di tutti i suoi dirigenti”.
I rappresentanti dell’emigrazione sarda organizzata non ritengono sostenibile l’ipotesi di un nuovo taglio del 30% per il 2013. “Nell’ultima Consulta abbiamo accettato, in nome della emergenza economica, di sospendere progetti di attività culturali e di promozione nel 2012, in tutto il mondo, per oltre 700.000 euro. A questa cifra sono seguiti altri tagli sulle voci previste per quest’anno. A ciò è aggiunto il blocco dei progetti 2011, già finanziati e alcuni già iniziati. È stato deciso in Consulta di salvaguardare almeno la quota vitale dei contributi ai Circoli, alle Federazioni, alle Associazioni. In ultima sintesi diciamo che non si può toccare la quota di sopravvivenza dell’associazionismo, pena la sua morte. Aggiungiamo che vanno salvaguardati alcuni fondamentali e selezionati progetti di promozione della Sardegna nel mondo, in sinergia con Istituzioni locali, imprese, Camere di Commercio, Università. Il rischio di chiusura dell’intera rete dei Sardi nel mondo - sottolinea la lettera - è reale, vanificando 40 anni di investimenti e le politiche regionali che, per una volta, sono state antesignane e lungimiranti”.
“Tutto ciò avviene – prosegue la lettera dell’Ufficio di presidenza della Consulta - mentre studi recenti ci dicono che una nuova ondata di emigrazione di massa, dopo quella intellettuale degli ultimi 20 anni, si sta abbattendo su tutto il meridione e in particolare sulla Sardegna”.
“Le comunità dei sardi nel mondo e i Circoli costituiscono una rete internazionale preziosa, frutto del lavoro volontario di una comunità di sardi, circa 800 mila, emigrati negli ultimi 60 anni, e che con i sardi di 2a e 3a generazione rappresentano un’altra Sardegna”.
“Contro ogni ipotesi di chiusura – conclude la lettera - intendiamo batterci, chiedendo la solidarietà dell’associazionismo e dell’intera società civile Sarda”.