Francesca Fais ha annunciato, con una lettera pubblicata nel numero di novembre di “Tottus in pari”, le sue dimissioni da presidente della Federazione dei Circoli sardi in Svizzera. Il nuovo presidente sarà eletto il prossimo 9 dicembre.
Nella lettera Francesca Fais racconta di aver annunciato la sua intenzione di dimettersi il 31 dicembre, durante l'ultima riunione di Consiglio Nazionale, il 23 settembre. “Nonostante il mio annuncio sia stato definito "un fulmine a ciel sereno" – ha scritto - durante una riunione di Esecutivo, il 27 ottobre, i rappresentati di tre circoli (sui sei che aderiscono alla Federazione) hanno riferito che le mie dimissioni sarebbero state accettate”.
Fais spiega che la sua decisione “non è frutto di priorità personali che cambiano o di impegni lavorativi che non permettono più un onere di tale portata, né tanto meno della situazione economica nella quale versano le associazioni sarde nel mondo e che vede profilarsene la fine all'orizzonte, bensì di una lucida riflessione sui cinque anni trascorsi e una proiezione sulle prospettive per eventuali altri cinque anni a venire”.
“La situazione economica attuale, seppur con tutte le difficoltà che implica – prosegue la lettera - non ha inciso in nessun modo sulla mia decisione. Se è vero che non possiamo risolvere la crisi, è anche vero che possiamo cercare e percorrere altre strade che permettano il prosieguo della nostra attività, rivedendo il tutto nel contesto attuale”.
Secondo Francesca Fais “sarebbe proprio questo il momento di pensare a nuovi percorsi e, quindi, il momento in cui le idee portate avanti al Congresso di Lucerna del 2009 sono più attuali che mai! Invece, nonostante il nostro sia stato a detta di tanti un Congresso forte e innovativo, nonostante tutti abbiano detto di essere convinti che in questa situazione si può appena sopravvivere (per quanto ancora?), nel concreto non c'è nessuna volontà di fare "il passo", facendosi portavoce di un cambiamento che sarebbe l'unico modo per ridare slancio a tutto il nostro mondo. Si preferisce non smuovere troppo le acque: tanto in un modo o nell'altro riusciamo a ridimensionare i tagli e a tirare a campà...”
Fais parla di “resistenza alla novità e al cambiamento”, e di “rifiuto a voler anche solo prendere in considerazione forme alternative di associazione”. Sono tutti motivi – sostiene - che porteranno “le nostre associazioni a morire e che forse hanno anche portato molti giovani a lasciare la vita del circoli e delle Federazioni”.
“Di certo sono tutti motivi – spiega - che mi hanno indotto a prendere questa decisione difficile e sofferta oltre che combattuta, tra la passione per l'attività in seno all’associazione, la paura di ammettere il fallimento, ma forse più di tutto per la rinuncia a un sogno”.
Liberandomi del ruolo di rappresentanza – conclude Francesca Fais - mi riapproprio della mia libertà di espressione, ultimamente troppo vincolata da quanti non mi sentivo di rappresentare in maggioranza e che non si sentivano rappresentati da un presidente forse a tratti anche poco collegiale, troppo diretto, troppo "diverso" da chi mi ha preceduto”.