Si intitola “J'étais un macaroni”, e ha per sottotitolo “fils d'émigrés italiens, fils de mineur, enfant du Nord”, il libro scritto da Jean-Paul Pilia e pubblicato da Aux éditions l' Harmattan, nella collezione “Graveurs de mémoire”.
Jean-Paul Pilia è figlio di Giulio Pilia (morto nel 2002) che era nato a Dolianova nel 1920. La madre è nata a Enna, in Sicilia. I genitori, che erano sposati nel consolato italiano di Lille, erano emigrati nel dopoguerra nel Nord della Francia per cercare lavoro nella zona delle miniere.
Il libro è il racconto di un figlio di emigrati italiani nella Francia del Nord negli anni ’50-’60-‘70.
Questa testimonianza – precisa l’autore - non parla direttamente del lavoro in miniera. Solo il padre e un fratello Jean-Paul Pilia di sono scesi nei pozzi. Nel libro si evoca, soprattutto, il percorso dei genitori da l'Italia alla Francia, e la vita particolare di questi lavoratori trapiantati. Il libro ha una parte storico-sociologica e alcuni brani più personali.
Il libro è scritto in francese, ma l 'italiano, un po’ di sardo e anche dialetti nordisti e siciliani, percorrono le pagine, tanto la lingua – precisa Jean-Paul - è fondamentale per gli emigrati e i loro figli.
Questo racconto può interessare i “lettori francofoni” sardi emigrati in Francia, Belgio, Canada, ma anche gli italiani che conoscono il francese.
Jean-Paul Pilia, che ha 58 anni, vive in Bretagna mentre la madre e i fratelli sono rimasti nel Nord della Francia. Ha fatto molti mestieri, dall’agricoltore al manovale edile, all’animatore sociale, dall’ispettore nell’ufficio internazionale di migrazione al giornalista.