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Poesie in Sardo

Le Poesie del mese di Gennaio 2013

GLI AFFETTI CHE CONTANO

Siamo nel pieno della crisi e ci chiediamo, in questo nuovo inizio d’anno, da che parte sia la soluzione, quale la strada da prendere, quali le fondamenta sulle quali costruire. La domanda se la mettono anche i poeti, ma la risposta che danno non è certo di natura politica, e tanto meno economica.

 

            La loro attenzione va piuttosto ai grandi valori dello spirito, che non hanno l’equivalente in denaro. Come quelli di cui si parla nella  pagina: sono, in questo caso, gli affetti più forti e radicati, quelli della famiglia e degli amici veri.   

 

 

E OI TI CIRCU                                                

A babbu miu                                                 

 

Cincuant’annus de mudìmini                                   

lassaus a dromiri                                                       

in venas furriadas in arràmini                                   

po no sunfriri                                                            

su fàmini de tui;                                                                   

e oi ti cicu                                                                 

in su mori longu e strintu                                          

bodrau de froris de préssiu                                       

a s’umbra crua                                                                      

de su tzipressu chi m’at bintu                                              

sendi pìsili frua.                                                        

 

Si scèrant de atesu                                                    

imprassaus a gruxis de lati                                        

lillus chi su tempus no at i-stintu:                             

tui, che funtana in s’ortu                                          

fiast in mesu.                                                            

Aiseru nd’ant ’ogau sa ’ruxi.                                    

«Est berus seu mortu»,                                                         

m’iasta nau intr’’e bisu.                                            

«ma po tui, fror’’e arrosu                                         

nc’ap’èssi sempri».                                                   

            Teresa Piredda Paoloni

 

AL NIPOTINO LUCA

Fuirellino

forte e generoso,

sguardo sincero.

invitante, armonioso,

caldo e sereno,

innocente,

che quasi mi fa piangere

quando mi accarezza il viso

con le sue bianche manine.

Sguardo che,

talvolta,

si perde nel vuoto

in cerca di fiabe

e di dolci avventure.

Molte volte anch’io

ho deciso di seguirti

e navigare con te

nella barchetta

per sconfiggere il drago.

            Aurelio Floris

 

NARAMÌ O MAMMA 

Naramì o mamma de candu femu piticheddeddu,
de candu femu aresti e ti firmasta a mi castiai
po cumprendi aundi boremu andai;
naramì o mamma de candu m'attaccamu
a is fardettas tuasa,
de candu gioghendi ci arrueu in s'istrara
e mi femu mali e tui mi pigasta a coddu
e mi cantasta unu dillu po mi fai accabai de prangi.
Naramì o mamma de babbu miu,
de cumenti fura a giovunu,
si ti olera beni, si ti portara is frorisi,
si fera commenti mi contara immoi,
immoi chi è diventau becciu e biviri de aricordusu.
Naramì o mamma poitta ti ndi sesi andara
proprio immoi ca de tui tengu prus abbisungiu…

            Giampiero Serra

 

PO UN'AMIGU

S'amigu a s'amigu li suggerit,

chi est un'appretziabile tesoro,

s'amigu po s'amigu si aberit

su pettus sou a li dae su coro.

S'amigu po s'amigu si offerit

e lu sarbat dae su barbaru moro

ca s'amigu si lu est veramente

balet piusu de onzi parente.

            Antonello Carboni

 

SQUETTU

Baio e sarda la razza,

era il cavallo di nonno.

La volpe astuta e pazza

quand’era nel sonno

la coda gli mangiò tutta.

Squettu fu così chianato,

mansueto e docile cavallino:

l’aratro o il carro trainava,

oppure il calessino

da me tanto amato;

trotterellando andava

nelle strade sterrate

e se in groppa me avea

una marcia in più innestava:

quante brontolate

nonno ci faceva,

ma poi ci carezzava…

A un vetturino di città fu venduto,

andai a treovarlo e m’ha riconosciuto.

            Costantino Mele

 

A SOS AMIGOS

Amigos mios cantu so cuntentu,

de bos incontrare poi de tantos annos.

Sa vida, chi dat gioias e affanos,

no at intaccadu su ’ostru ammentu.

 

Su fogu non pariat pius tentu,

dae sa lontanantza cuguzadu,

sa die, chi torra bos apo incontradu

alluttu l’at che puffulada de ’entu.

 

S’affettu chi sempre nos at ligadu

sa pinna postu m’at in sa manu.

E puru chi no apo su talentu

iscrio, ca su coro l’at dettadu...

 

Sos amigos de ogni logu e palte

unire in abbrazzu los cheria,

ma pesso chi sos brazzos non mi basten

ma ch’istan tottu in sa mente mia.

            Nando Piras

 

TURISTA A PARIGI

A s’amigu poete Antoni Pazzola

 

Si che  turista  cheres visitare

de Parigi sos puntos importantes

fatzo de tottu pro t’accumpanzare;

pro chi cuntentu passes sos istantes

t’invito a sos menzus ristorantes

pro chi Parigi potas ammentare

in modu che de sa parigina arzola

cuntentu abbarret Antoni Pazzola.

            Serafino Putzolu

 

ERI

Eri l’amore

e serbavi ancora intatti,

nel mio giardino,

i sogni del futuro.

Eri la pianta più profumata

e resta sgomenta l’anima

nel vedere spenta

la luce riflessa delle stelle.

Non ha più senso il futuro

e il pensiero t’insegue,

sulla via lucente del falco

e scie di comete,

nel tentativo di appagare

il desiderio di rivivere,

sotto il sole

e le ali delle rondini,

i più bei ricordi

del nostro passato…

            Efisio Ledda

 

CHISSAI

A s’amigu Serafino Putzolu

 

Cando t’avvias a sa manzanina

controllende sas undas de sa Sena

ti lassat incantadu pgni banchina.

 

Non los pones sos passos sentza pena

ca pro s’appuntamentu ses fidele

mancari chi ti bagnes sa carena.

 

Tando ti puntas a sa Turre Effele

siguru chi faghet impressione,

alta cantu sa Turre de Babele.

 

Chissai cantu li an postu de bullones,

chissai cantas tonnas bi at de ferru,

chissai cantu giughet lampiones…

            Roberto Piras

 

LOLA

Deo tenzo una bella figliola

amabile e sempre sorridente,

amada dae tanza zente

non la lassana unu minutu sola.

A nomene si narat Lola,

sa faccia bella e bucca sorridente,

so ojos bellos li brillan in su visu,

l’accumpagnat su bellu sorrisu.

            Pietrino Canu

 

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