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Novità in libreria

Il potere del teatro nella “non violenza”

 Cominciamo col dire che a Pisa esiste da alcuni anni un “Centro Gandhi”, con relativa casa editrice, “Centro Gandhi Edizioni”, che pubblica dei “Quaderni Satyāgraha” curati da Aristide Donadio, psico-sociologo e docente di Scienze Umane nei Licei di Napoli. A suo nome è uscito da poco un bel libro intitolato “Danzare tra le fauci del drago. Il potere del teatro per la trasformazione nonviolenta dei conflitti”.

Alla realizzazione del libro ha contribuito, fra altri bei nomi di specialisti nelle varie branche dello scibile, anche Maria Erminia Satta, una raffinata docente di Lettere, a Tempio, che già per i “Quaderni Satyāgraha” aveva curato, lo scorso anno assieme a Elisa Nivola, il libro “Tessiduras de Paghe”.

Questo suo nuovo contributo ai “Quaderni” mira, per Maria Erminia, ad almeno quattro obiettivi fondamentali. Uno dei più importanti è quello di dimostrare come il teatro sia un mezzo utile per evidenziare i conflitti, ad imparare a gestirli costruttivamente attraverso la nonviolenza, a conoscere la realtà, anche quella più crude e violenta, e a partecipare creativamente per trasformarla, guardando ed accettando se stessi e gli altri e “imparando ― afferma ― a convivere rispettosamente e solidarmente con la ricchezza della diversità”.

 

Il secondo obiettivo può essere individuato nella diffusione approfondita di alcune esperienze teatrali in atto oggi nelle diverse situazioni di conflitto, a partire dai livelli personali e interpersonali di conoscenza vissuta, passando dai conflitti fra cittadini e istituzioni per arrivare a quelli di portata internazionale, tra le varie etnie, i popoli e gli stati.

“Pensiamo, ad esempio ― afferma Maria Erminia ― al The Freedom Thatre del campo profughi di Jenin, che sostiene i palestinesi nella loro battaglia per la liberazione; al Teatro dell’Oppresso; al Teatro Politico di Judit Malian; al teatro sardo Theandric di Maria Virginia Siriu; al Teatro di Nascosto, l’Hidde Theatre di Annet Henneman, l’attrice e regista olandese che da anni vive a Volterra, la quale, rischiando la vita, propone il suo Teatro-reportage in luoghi particolarmente carichi di violenza, come la Palestina, l’Iraq, l’Afghanistan, il Kurdistan, l’Egitto…”.

Il terzo obiettivo sarebbe quello di far capire, almeno alle persone interessate, che il teatro nonviolento è un mezzo, diciamo più “moderno”, per abbattere le barriere tra attori e spettatori, facendo sì che tutti possano riconoscersi protagonisti. Sarebbe auspicabile che tutti possano anche uscire cambiati da una rappresentazione  teatrale, riuscire a gettare la maschera immedesimandosi negli altri con il “buon chiodo fisso” di dare una mano alla costruzione della libertà, della giustizie a della pace.

Il quarto obiettivo è forse quello storicamente ed emotivamente più vicino a noi. Maria Erninia ne è convinta:<<Diventare infine consapevoli che il compito dell’arte, e quindi anche del teatro, e qui personalmente ci trovo molto di Gramsci, è quello di lasciarsi attraversare dalla storia e, in particolare, come leggiamo nel Quaderno 6, pag. 733 dei Quaderni dal carcere (Edizione critica dell’Istituto Gramsci, a cura di V.

Gerratana, Torino, Einaudi 1975) “dall’attività rivoluzionaria che crea il nuovo uomo, cioè i nuovi rapporti sociali”.

Nel suo intervento dello scorso anno, dedicato al Teatro Theandric dell’attrice e regista sarda Maria Virginia Siriu, Maria Erminia ha scelto, come valida e significativa esperienza, il recital di parole e musica che ha visto impegnati, ad Aggius, in Gallura, la stessa Maria Virginia, l’Associazione Figli d’Arte Medas di Cagliari coadiuvati dal ben noto chitarrista Andrea Congia. Su questa occasione di grande successo di pubblico e di corale partecipazione, Maria Erminia ci ha scritto, come già, anche un libro intitolato “Tessiduras de Paghe”.

A proposito di Pace, l’intervento di Maria Erminia Satta in questo nuovo libro “Danzare sulle fauci del drago” si chiude con un’ottava in gallurese di un poeta locale, riportata per intero: la stessa ottava con la quale la magica voce dell’attrice Maria Virginia Siriu aveva chiuso la manifestazione di Aggius, chiamandola alla fine “un forte messaggio di pace”.

Franco Fresi

 

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