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"Una vita insieme. Dal passo dell'Aprica a Cagliari" di Mario Pisano

 I diari privati spesso offrono una descrizione della storia in grado di cogliere le sfumature emotive, le atmosfere e i retroscena di fatti ed eventi.  Del resto, l'importanza delle testimonianze personali è ormai pienamente riconosciuta, basti pensare che dal 1984 a Pieve Santo Stefano - in provincia di Arezzo - nella sede del municipio, viene ospitato un archivio pubblico che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d'Italia: sono diari, epistolari, memorie autobiografiche. A conferma di ciò, nel 1998 è nata anche la rivista della Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo), dal titolo "Primapersona". Percorsi autobiografici". Un appuntamento semestrale per gli appassionati di autobiografie, che si confermano utili strumenti di conoscenza della nostra storia.

È questo anche il caso del libro scritto da Mario Pisano, dal titolo “Una vita insieme. Dal Passo dell'Aprica a Cagliari”, edito da “ilmiolibro.it” nel 2013.

 

L'autore, nato nel 1918, insegnante elementare dal 1945 al 1975, ha raccolto con pazienza certosina ricordi e immagini della sua vita per farne omaggio alla moglie Ester, alle figlie Laura e Gabriella, ai nipoti Barbara, Francesca e Daniele. Dalla sua fatica scaturisce un libro denso di grandi e piccoli avvenimenti: dalle esperienze nel commercio nella ditta di famiglia alla partecipazione alla seconda guerra mondiale e alla vita da insegnante, una vita nella quale non sono mancati lutti e incidenti, pericoli scampati e gioie condivise. Illustrato da alcune foto di famiglia, il libro percorre un vissuto familiare del Novecento che ne fa una lettura per tutti. L'autore, nato in provincia di Cagliari, a Quartu Sant'Elena, il 7 maggio del 1918, è figlio di un commerciante di tessuti che, all'inizio del Novecento, si era spostato in cerca di affari prima dalla zona dell'Anglona - nel Nord Sardegna - al Medio Campidano (Sanluri per l'esattezza) e infine a Quartu Sant'Elena. La famiglia Pisano era impegnata anche nel settore vitivinicolo, dato che possedeva un vigneto nelle campagne quartesi, in seguito venduto a causa delle vendemmie piuttosto scarse.

All'inizio degli anni Quaranta, Mario ricevette la cartolina per presentarsi al Distretto militare, dove fu giudicato idoneo al servizio militare di leva. Inoltre, sostenne l'esame di abilitazione magistrale e lo superò con otto in musica e canto, perché fin da ragazzo col suo mandolino si era esercitato a cantare dei brani di solfeggio. Subito dopo superò il concorso bandito per il Magistero in Pedagogia e Filosofia. Ma l’Italia era ormai in guerra e dal 1° gennaio del 1942 egli fu assegnato al 31° Reggimento carristi di Siena e in seguito trasferito a Poppi, in provincia di Arezzo.

Ed ecco l'esperienza della seconda guerra mondiale: il 1° settembre del 1942 Mario, assieme ad altri cinque ufficiali, fu trasferito all'autoreparto del Sahara libico. L'autore racconta così questa avventura, di cui porterà i segni per tutta la vita: "Io viaggiavo su un camion 3RO e comandavo una batteria di artiglieria. Così abbiamo iniziato una lunga e tormentata ritirata (...), ad un certo punto la colonna degli automezzi si fermò in una ripida e scoscesa discesa, quando a un certo punto io, stanco del fatto che non si proseguiva, scesi dal camion per dirigermi avanti a chiedere del motivo di quella lunga sosta. Mentre attraversavo, un camion mi venne addosso e caddi a terra spezzandomi due denti, con un taglio sotto il mento e la mano sinistra tutta spappolata. Mi tirarono su e mi appesero la mano con un fazzoletto legato al collo e poco lontano da Sfax, il 22 gennaio del 1943, mi lasciarono nell'ospedale da campo n° 528 dove mi amputarono le ultime due dita della mano sinistra, mi misero dei punti sotto il mento e mi trattennero fino al 28 gennaio. Da lì fui rimpatriato con la nave Aquileia il 4 febbraio e trasferito all'ospedale militare di Giulianovamare il 9 febbraio, dove mi trattennero fino al 9 maggio 1943".

Dopo essere rimasto ferito e mutilato nella guerra in Libia, Pisano rientrò in Italia e fu trasferito al Celio, l'ospedale militare di Roma, dove assisté pochi giorni dopo al bombardamento di cui fu teatro il quartiere San Lorenzo. In seguito venne mandato al Centro Mutilati di Bologna e poi a Venezia per trascorrere un mese di convalescenza. Passando per Verona, vide l’intera città illuminata dai bengala e dagli aerei nemici che la sorvolavano e sganciavano bombe, rischiando personalmente di restarne vittima. Di lì a poco, non avendo più bisogno di cure, fece di tutto per rientrare in Sardegna, ma non poté dal momento che le vie di collegamento verso le isole erano interrotte. Mario decise allora di riparare a casa di una sua cugina che si era sposata con un maresciallo dei Carabinieri e viveva a Ponte Valtellina, in provincia di Sondrio. E in Valtellina si aprì una nuova fase della vita di Mario, che conobbe il vero amore, quello di un'intera vita. Infatti, quando andò a

 vivere per sei mesi al Passo dell'Aprica, dove aveva trovato un temporaneo lavoro nell’Ufficio reduci di guerra, incontrò la sua futura moglie, Ester, una ragazza di Monza, che era solita trascorrere la villeggiatura proprio nel sondriese. I due si innamorarono immediatamente. Mario, per stare il più possibile vicino alla sua compagna, cercò lavoro in Lombardia e fu assunto nelle sede della Motta a Monza, dove confezionava panettoni. Lavorò in quel settore fino al 25 aprile del 1945, giorno della liberazione dell'Italia dal nazifascismo.

Cessate le ostilità, ripresero le comunicazioni tra la penisola e la Sardegna e Mario, insieme alla moglie Ester, poté così tornare nella sua regione natale. Egli esercitò per un anno la professione di maestro elementare a Castiadas, nella costa sudorientale della Sardegna, a pochi chilometri da Villasimius. Successivamente fu trasferito alle elementari di Sinnai, poi a Quartu Sant'Elena e, negli anni Sessanta, a Cagliari: nel quartiere popolare di Sant'Elia trascorse l'anno scolastico 1964-65. Le esperienze del maestro Pisano ci forniscono un affresco della scuola in Sardegna, nelle varie tappe che egli percorse come insegnante di ruolo nelle scuole elementari. In particolare, l'esperienza nel borgo di Sant'Elia, uno dei quartieri più difficili di Cagliari, è emblematica dei problemi che allora si incontravano nell'impartire lezioni a ragazzi ineducati, poco vogliosi di imparare e di accettare consigli e indicazioni da parte di persone più mature, ragazzi provenienti da un ambiente sociale assai degradato, nel quale tuttavia il maestro Pisano profuse tutto il suo impegno e la sua passione di educatore. Mario nel libro racconta alcuni aneddoti significativi sulle bravate di questi ragazzi: dall'alunno che vide una biscia, l'afferrò per la coda e la sbatté più volte per terra, alla grossa patata che un ragazzo infilò nel tubo di scappamento della sua macchina. Ma lo sguardo del maestro verso questi discoli, spesso spalleggiati dalla loro famiglie, è sempre benevolo e comprensivo.

Intanto, Mario ed Ester erano diventati genitori: nel 1948 era nata la prima figlia Laura e nel 1951 Gabriella. Nel 1964, i Pisano si trasferirono dalla casa di Quartu Sant'Elena a Cagliari, in un appartamento in uno dei quartieri residenziali più belli della città, ai piedi di Monte Urpinu. Gli anni Settanta-Ottanta videro la famiglia prendere corpo sempre più: le figlie ormai laureate, poi sposate, Mario ed Ester diventarono nonni con la nascita dei tre nipotini: Barbara e Francesca (figlie di Gabriella)  nel 1971 e nel 1974 e Daniele (figlio di Laura) nel 1981. Oltre all'amore per i propri nipotini, i due coniugi continuarono a dedicarsi anche ad un'altra passione che li accomunava: quella per i viaggi sul territorio nazionale (Puglia, Calabria, Campania, Napoli, Sorrento) e non solo: la Repubblica di San Marino, Tunisia, l’Egitto e la Turchia. D'estate, inoltre, la famiglia Pisano era solita trascorrere le vacanze nella splendida località costiera di Costa Rei, a pochi chilometri da Villasimius e da Castiadas, dove Mario aveva cominciato, in un tempo ormai molto lontano, la propria attività di maestro elementare.

Gli anni più recenti sono stati coronati da altre importanti soddisfazioni personali e familiari: i festeggiamenti a Mario in quanto Socio emerito dell'Associazione Commercianti di Cagliari, il 2 dicembre del 2006, e  il 13 ottobre del 2007 i sessant'anni di matrimonio.

E, in conclusione, Una vita insieme testimonia la rettitudine di un “maestro di scuola” che è anche un maestro di vita e un ottimo padre di famiglia: esempio emblematico di uno splendido e riuscito connubio tra famiglia e professione.

Recensione di Andrea Corda

 

 

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