I lavori della seconda giornata del Congresso della Fasi, in corso al Setar hotel di Quartu Sant’Elena, che si concluderanno domani con l’elezione del nuovo presidente e il rinnovo delle cariche sociali, è stata caratterizzata da un ampio dibattito in cui sono intervenuti delegati, esponenti politici e rappresentanti del mondo dell’emigrazione.
Ad aprire la giornata, con un intervento di dura contestazione verso la mancanza di una politica dell’emigrazione, è stato Domenico Scala, vicepresidente della Consulta e leader storico dell’emigrazione sarda in Svizzera.
“Nessuno – ha detto – pensa che le associazioni debbano scomparire, ma noi vogliamo sapere cosa devono diventare i circoli”. Scala ha soggiunto che l’emigrazione rappresenta ancora una valvola di sfogo che evita l’esplodere di una pericolosa tensione sociali in Sardegna e ha ribadito che i circoli non hanno esaurito la loro funzione. E ha rivolto un “richiamo fermo e forte” perché sia rispettata la democrazia e quindi che i circoli e le federazioni siano mesi in condizione di svolgere i loro congressi. Ha proposto che si approvi una mozione per evitare che i fondi destinati all’emigrazione e non spesi per “restrittive interpretazioni burocratiche” non vengano persi.
Antonello Argiolas, coordinatore dei circoli sardi in Lombardia ha rivendicato l’impegno profuso per favorire l’economia dell’Isola. “Ogni euro che ci viene dalla regione - ha sottolineato – con le nostre iniziative viene moltiplicato per almeno otto volte”.
Mara Brunetti di Piossasco ha chiesto che sia fatta una programmazione, mentre Gemma Azuni, di Ostia ha rivendicato il “diritto al trasporto” e denunciato la carenza di collegamenti navali con Cagliari.
Dopo i saluti del nuovo segretario regionale delle Acli, Franco Marras, Pierangela Deriu di Pisa ha illustrato il portale realizzato dai giovami del circolo per rendere un servizio agli studenti che arrivano nella città toscana per frequentare l’università.
Accorato il saluto in limba di Giovanna Corda, ex parlamentare europea, vice sindaco di Hornu, nel Belgio. “Mi ha fatto male – ha detto – sentire che in Belgio non c’è più bisogno di circoli sardi. Ci sono difficoltà ha aggiunto ma i circoli hanno ancora una funzione da svolgere”.
L’ex assessore del Lavoro Giorgio Carta ha rivendicato la bontà dell’impianto della legge 7 del 1991 che ha messo gli emigrati sullo stesso piano dei residenti, evitando qualsiasi discriminazione tra sardi di serie A e di serie B.
Carmelo Piga di Udine, ha rivendicato il ruolo dei circoli e ha detto “chiediamo di metterci in condizioni di aiutare la Sardegna”.
Si sono poi succeduti gli interventi di Franciscu Zedda del Partito dei Sardi, di Gianni Casu del circolo di Carnate, Gianni Garbati del circolo di Madrid, Giuseppina Pira di Parma. Al centro dei loro interventi la questione trasporti, ma anche la lingua sarda.
L’ex presidente della Regione Mauro Pili ha criticato la politica regionale. L’obiettivo – ha detto non può essere quello di cambiare la legge 7 del 1991. Serve attenzione e servono risorse. L’identità ha detto Pili è anche un fattore economico.
I lavori della mattinata sono stati chiusi dall’intervento di Tonino Mulas, presidente emerito della Fasi.
“Siamo venuti a porre domande – ha detto Mulas e vogliamo risposte dalla politica. Servono regole ma soprattutto un progetto e lo vogliamo dalla classe politica sarda. Sanno che c’è una nuova emigrazione – ha sottolineato Mulas – ma non sanno cos’è. Il fenomeno va analizzato e occorre un progetto per mettere in relazione questa nuova emigrazione con le strutture esistenti”.
Mulas ha anche affrontato il problema dei trasporti ricordando quello che ha fatto la Fasi con Eurotarget. L’agenzia con gli utili della bigliettazione permette ai circoli di crescere e di vivere facendo aumentare il numero dei soci e distribuendo ogni anno 350 mila euro, una cifra superiore a quella messa a disposizione dalla Regione.
