Caro Messaggero, pensandoci bene sinceramente dico per noi che emigrati degli anni ‘50, abbiamo vissuto per anni nel buio, senza che ci fosse per noi nessun giornale o nessuna notizia che giungesse dalla nostra regione Sardegna, tu per noi tutti sei stato la prima cosa bella, perché ogni volta che arrivavi nelle nostre case si aveva la frenesia di leggerti.
Ci davi l'impressione di respirare l'aria di casa nostra. Sei stato per anni l'unica fonte d'informazione su quanto avveniva in Sardegna.
Attraverso le tue pagine non solo ci hai aiutato a non dimenticare la nostra lingua italiana e regionale, ma ci hai permesso di dare voce alle nostre aspirazioni sensibilizzando la Regione Sardegna affinché non dimenticasse che oltre il mare e oltre frontiera c'era un'altra autentica Sardegna.
Sei stato un grande amico per tutti noi e continui a esserlo virtualmente on line, purtroppo non tutti hanno il PC, per tutti loro è una grande perdita e ti rimpiangono.
Con affetto, Anna Maria Sechi (Belgio)