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Poesie in Sardo

Su mundhu de sa poesia de Cristoforo Puddu – Triulas 2017

 Celebrazione lirica del teologo e storico illoraese Damiano Filia

Del genere di poesia occasionale, celebrativa, encomiastica e dedicatoria è ricca la letteratura del passato. Le attuali manifestazioni della scrittura poetica, alla ricerca di una nuova funzione, perseguono l’atteggiamento dei tempi e le composizioni si sviluppano spesso nella forma e funzionalità di un sintetico e compresso Twitter o messaggio WhatsApp. A riportare il pensiero verso le liriche celebrative e dedicatorie è il ritrovamento di una composizione, datata “Zaramonte, 12 Santu Aine 1953”, composta da Giuanne Maria Dettori (autore presentato in questa rubrica nel marzo 2016) per onorare “A Monsignor Filia, Cantore de Sardigna”.

 

La composizione, affidata alla struttura della quartina, rappresenta una ricca espressione di sentimenti e trascina l’animo nella celebrazione della figura umana, sacerdotale ed intellettuale dello scrittore illoraese Damiano Filia. Di seguito, i versi di Dettori e un’ampia scheda biografica del Filia, principalmente noto per essere autore della monumentale opera La Sardegna Cristiana.

 

A Monsignor Filia, Cantore de Sardigna

Fiore de Sardigna, innamoradu

de su misticu incantu  ‘e sa natura,

disizosu  ‘e onore e de cultura,

a Tàtari ses teneru faladu.

 

Sa terra gloriosa de Gavinu

connottu hat prestu su valore tou,

amadu t’hat che veru fizu sou;

e t’hat giamadu a lughidu caminu.

 

Mastru t’hat postu in su mezus giardinu

de sos fiores suos piùs caros,

e tue, cun sos donos tuos raros,

los has bestidos de briu divinu.

 

Segretos orizontes isgiaridu

has de sa religione cun amore,

e de Sardigna sacra su valore

in te su cantadore hat connoschidu.

 

Sas baddes t’han pienu ‘ poesia,

sos montes t’han de sole incoronadu

cando pellegrinende ses andadu

a gustare s’arcana melodia

 

de sa Sardigna tua. Dogni situ

has tue e dogni pedra interrogadu:

fortunas e piantos t’han contadu

de su populu sou, ogni meritu.

 

Sos nuraghes t’han dadu cun amore

una pagina ‘e antiga fortilesa:

fit piena de rustiga bellesa

e nd’has retentu in coro su lugore.

 

Sas chejas già ‘estidas de arcanu,

nidos de paghe in tormentadas zonas,

mustradu t’han sas misticas coronas

ch’àn signadu ‘e Sardigna su ‘eranu.

 

Fin coronas de fide e bonidade,

cun pèrelas de samben e suore,

cun brillantes de zelu e de unore,

cun rosas de virtude e santidade.

 

Nomenes caros tenian e tue

los has mirados e los has amados;

in ogni trona los has preigados,

sos meritos cantadu has in tottue.

 

E poi, cun ricamu geniosu,

los has in d’un’istoria annotados:

los mustras bios e sun tramontados,

c’has artisticu estru calorosu.

 

Eroes de umana passione,

eroes de divinu apostoladu,

sa gloria ‘e Sardigna han procuradu

cun sinzera e nobile unione.

 

E custa terra, mama de affannos,

ch’in cussos fizos hat bantu e amparu,

oe ti donat un’eternu laru

ca lodados los has pro chimbant’annos! (1)

 

Ogni foza, de sambene venada,

naschida est in punta ‘e Monte Santu:

Elia l’hat toccada cun su mantu

e Cristos l’hat de calighes pintada.

 

Foza ‘e gratu amore profumada

m’ammentat un’altare fortunadu,

ue pro chimbant’annos cunsagradu

has su Zibu pro s’anim’affannada.

 

Zelante ti mi mustrat pellegrinu

chi amende has piantu e has gosadu,

chi beneittu has e consoladu

‘e lizos semenende su terrinu.

 

In sa fronte la còlloco, cuntentu

de t’ider fizu dignu incoronadu:

pro ch’às in vida tantu meritadu,

cust’est umile e caru monumentu!

 

E cando custu sole in sas pupias

ti morit e invocas su consolu,

sos Santos de Sardigna tottu a bolu

t’aunden de zelestes armonias!

*(1) Da-e sa die ch’àt zelebradu sa prima missa.

 

Scheda biografica di Damiano Filia

Illorai , paese costerinu della provincia di Sassari, si colloca all’estremo ovest della Catena del Goceano e da una posizione collinare splendida, ricca di bellezze paesaggistiche e naturali, si schiude a spaziare sugli ampi orizzonti del Nuorese e i monti del Gennargentu. Il piccolo centro, ora decimato dall’inarrestabile fenomeno dell’emigrazione e spopolamento delle aree interne dell’Isola, ha dato i natali allo scrittore Damiano Filia (4 novembre 1878 – 22 maggio 1956). Il ricordo del famoso teologo e storico è ancora vivo tra la sua comunità: grata per il lustro che ne ha ricevuto gli ha intitolato la Scuola media e una via panoramica; mentre negli anni Ottanta il Comitadu illoraesu pro sa cultura sarda gli dedicava tre edizioni di un premio letterario di poesia e saggistica e nel 2001, promosso dalla Facoltà Teologica della Sardegna, si teneva un convegno di studi sulla sua figura ed opera. L’apprezzato giornalista Aldo Cesaraccio (Nuova Sardegna del 22 maggio 1976), a vent’anni dalla scomparsa, definì significativamente l’illoraese “uno dei più vigorosi cervelli della Sardegna a cavallo dei due secoli, come studioso, storico, scrittore ed oratore sacro”. Raimondo Bonu invece, nel suo secondo volume Scrittori Sardi (Sassari, 1961, pp. 603-612) riuscì a catalogare oltre cinquanta opere scritte dal Filia nella proficua attività di studi e scrittura iniziata, e coltivata con incredibile intensità, a  partire dal 1902 con la pubblicazione d’esordio Nel Goceano (profili e macchiette sarde), Sassari, Tipografia U. Satta. Il nome del Filia è comunque indissolubilmente legato al suo principale lavoro storico: La Sardegna Cristiana, storia di sintesi fondamentale sulla presenza e azione della Chiesa nell’Isola. L’opera, accolta con interesse e favore da autorevoli recensioni (il Solmi riconobbe all’autore sardo “ottime doti di erudito e  di storico”), consta di tre volumi pubblicati a Sassari rispettivamente nel 1909 (La Sardegna Cristiana: Storia della Chiesa. Vol. I. Dalle origini al secolo XI, Tipografia U. Satta), 1913 (La Sardegna Cristiana: Storia della Chiesa. Vol. II, Tipografia U. Satta) e 1929 (La Sardegna Cristiana: Storia della Chiesa. Vol. III. Dal 1720 alla Pace del Laterano, Stamperia della libreria italiana e straniera). Nel  1995 l’editore Carlo Delfino di Sassari ha ristampato in bella veste tipografica l’opera, ancora oggi costante punto di riferimento per studiosi e cultori. Tra l’ampio numero di pubblicazioni del Filia sono estremamente interessanti i lavori su Letteratura mariana, Cultura religiosa e pensiero moderno, La Chiesa di Sassari, Ricordi costantiniani, Echi giobertani, La riforma francescana, Le vicende religiose della Corsica, Le cause sociali dei moti sardi del 1793-1802, Il laudario lirico quattrocentista e la vita religiosa dei disciplinati bianchi di Sassari: con officio e statuti italiani inediti (Sassari, Gallizzi, 1935).

Damiano Filia, primogenito di Giuseppe e Maddalena Carta, è avviato agli studi dallo zio canonico Damiano Masala (parroco della Cattedrale di Ozieri e delle importanti sedi parrocchiali di Bono e Bonarcado) che inculca nel nipote “l’amore alla Chiesa e alla Sardegna” e favorisce lo sviluppo della sua vocazione sacerdotale. Frequenta gli studi nei seminari di Oristano e Sassari, dove raggiunge la laurea in Teologia, ed è ordinato sacerdote il 19 settembre 1903. Quattro anni più tardi consegue la seconda laurea in Diritto Canonico e Civile all’Apollinare di Roma e le materie, che coltiva con passione, divengono anche oggetto d’insegnamento. Si distingue ben presto come abile oratore e partecipa attivamente a frequenti dibattiti, conferenze e congressi di cui vengono pubblicati puntualmente i preziosi, doti e profondi interventi. Con la nomina di canonico, nel 1908, e a primo parroco della chiesa urbana di San Giuseppe intraprende anche una significativa carriera ecclesiastica: penitenziere della cattedrale, vicario generale di Sassari (designato dall’arcivescovo Mazzotti) e decano del Capitolo turritano. Damiano Filia, co-fondatore del settimanale cattolico diocesano “Libertà” con l’avvocato Zirolia e padre Manzella, ne fu direttore dal 1910 e “continuò a scrivervi anche durante il fascismo difendendo con coerenza i valori del cristianesimo” e della persona. Per la riconosciuta autorevolezza di storico entra a far parte, dal 1935, della Deputazione di Storia patria per la Sardegna e nominato ispettore bibliografico onorario. Nel 1949 risulta eletto al primo Comitato regionale dell’Associazione italiana biblioteche e nel 1953 partecipa all’VIII Congresso nazionale, tenutosi a Cagliari. Damiano Filia morì a Sassari nel 1956 ed ora riposa nella tomba di famiglia del camposanto Cuventu (originario luogo di una importante struttura conventuale agostiniana attiva dal 1624 al 1772) della sua Illorai.

                                                                                                               Cristoforo Puddu

 

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