Anche quest’anno, nella ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate, le donne del Circolo culturale sardo "Logudoro" di Pavia hanno preparato le caratteristiche torte della tradizione sarda - "sos cogones" di Sant’Antonio, tipo di focacce decorate con bucce di arancia, marmellata e sapa - da offrire ai partecipanti alla festa.
Previa autorizzazione dei vigili del fuoco presenti all’evento (data l’ordinanza della Regione Lombardia che vietava l’accensione dei tradizionali falò a causa delle alte concentrazioni di polveri sottili nell’aria dell’ultima settimana), in rapporto alla bella giornata che si è rivelata il sabato 18 gennaio, sia pure in dimensioni minori è stato organizzato anche “Su Fogarone de santu Antoni”, il falò di sant’Antonio, secondo un’usanza che si tramanda in molte regioni d’Italia, compresa la Lombardia. Sant’Antonio è il santo che ha regalato il fuoco agli uomini rubando al diavolo un tizzone ardente e che, per questo, non solo in Sardegna viene chiamato “sant’Antonio del fuoco”: nel volume "Fiabe italiane" lo scrittore Italo Calvino racconta da par suo questa leggenda.
Nel pomeriggio di sabato, quindi, nel cortile interno della sede del “Logudoro”, è stato possibile accendere un piccolo falò. Dopo la benedizione augurale da parte del parroco della chiesa di Santo Spirito, don Vittorino Vigoni, i presenti hanno percorso attorno al falò sei giri (che hanno un significato propiziatorio o di ringraziamento per grazie ricevute), tre volte in senso orario e tre volte in senso antiorario, tenendo tra le mani chi una bottiglia di vino e chi uno dei dolci tipici, specifici di questa festa.
Dopo questi movimenti, i partecipanti a questo rito della più genuina tradizione sarda, utilizzando un pezzo di sughero annerito sulla brace, hanno tracciato il segno della croce sulla fronte.
L' animazione musicale dell’evento è stata curata dal cantautore Antonio Carta, socio del Circolo. Alla fine, per tutti, un fumante piatto di malloreddus e salsiccia.
Paolo Pulina