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La preoccupazione degli emigrati sulla stagione turistica

 La preoccupazione degli emigrati sardi per le incognite relative alla possibilità di rientrare nell’Isola nel periodo estivo è stata manifestata con una lettera aperta inviata dalla presidente della FASI, (Federazione Associazioni Sarde in Italia) Serafina Mascia, al presidente Regione, Christian Solinas e alla vice residente e assessore del Lavoro, Alessandra Zedda

“La FASI attende con ansia e preoccupazione, ma anche con speranza – ha scritto Serafina Mascia - una ripresa in tempi brevi dei collegamenti con la Sardegna.

 

Noi emigrati auspichiamo la riapertura degli accessi alla nostra isola, nelle necessarie condizioni di sicurezza previste dai protocolli per il COVID-19. La speranza è data dalla discesa degli indici di incidenza del COVID-19 in Italia e dalla possibilità che la Sardegna diventi Regione COVID Free.

Questa speranza, che certo deve essere suffragata dalle indispensabili conferme medico-scientifiche, ci spinge a ricordare con particolare risalto quanto sia forte e crescente fra i nostri emigrati il bisogno di tornare nella propria terra di origine, fra i propri cari, nelle proprie case. Registriamo anche ogni giorno il desiderio di tanti amici non sardi di avere notizie certe sulla possibilità di andare in vacanza in Sardegna nella imminente stagione estiva.

È questa la stessa speranza degli imprenditori sardi in campo turistico: essi hanno dichiarato la loro disponibilità ad attivare rapidamente gli adeguamenti richiesti per consentire la fruizione della vacanza in condizioni di sicurezza.

Tuttavia, abbiamo l'esigenza di maggiori chiarimenti su alcuni passaggi indispensabili: in primo luogo – scrive la presidente della FASI - la comunicazione esplicita, univoca, della volontà di riaprire e le condizioni – che devono essere però fattibili – cui bisognerà sottoporsi. Non solo per evitare ogni ipotesi di quarantena, ma per valutare possibilità, costi economici e convenienza della certificazione, del passaporto sanitario, della disponibilità dei tamponi, dei test sierologici. Secondo i prezzi praticati in diverse regioni italiane, il costo di un passaporto sanitario per una famiglia di 4 persone si aggira attorno ai 500 euro (analisi sierologica 40 euro, tampone 80 euro), che rappresentano un pesante aggravio del costo del viaggio.

Abbiamo quindi la necessità di sapere: sono rimborsabili e in che modo? Sono a carico della Regione? Ci sono piani precisi per accedere a fondi nazionali ed europei? Secondo quali procedure?

Senza la definizione di questi punti-chiave, temiamo che sarebbe molto difficile e complesso il rientro degli emigrati e l'arrivo dei turisti, che potremmo perdere per sempre.

Inoltre riteniamo che sia necessaria una misura, da varare in tempi brevi, che preveda – spiega Serafina Mascia - il permesso di ritorno per gli emigrati, per la manutenzione delle loro case nei paesi di origine e al mare.

Dalla Regione attendiamo quindi indicazioni, insieme al Governo, sulle tappe di riapertura degli aeroporti di Olbia ed Alghero e precisazioni su quali protocolli di sicurezza verranno adottati, per accelerare la programmazione della riapertura dei porti con i protocolli necessari, unitamente alle compagnie di trasporto marittimo.

Permane un’altra preoccupazione, che riguarda – sottolinea la FASI - i possibili aumenti delle tariffe aeree e marittime, a fronte dei limiti previsti per il numero dei passeggeri e per l’aumento del costo del carburante ecologico per le navi.

Un'altra richiesta è che la Regione chieda al Governo l’estensione dei voucher vacanze anche per il viaggio, per le spese per la certificazione COVID-19.

La FASI e le sue associazioni hanno necessità di indicazioni chiare per la promozione della Sardegna sul territorio peninsulare, per il nostro rientro estivo in Sardegna e per favorire il flusso turistico, di cui movimentiamo una quota importante. Ci appelliamo alla sensibilità del Presidente della Regione per dare risposte celeri, prima che sia troppo tardi. C'è il rischio fondato che sia possibile muoversi fra le diverse regioni in tutta Italia, salvo che arrivare in Sardegna. Sarà possibile andare, a Iesolo, Rimini, Viareggio, Sorrento, Tropea a basso costo, ma non al Poetto, Alghero, Santa Maria Navarrese, San Teodoro, Villasimius, Chia, Porto Pino, Buggerru, Torregrande, Bosa oppure Baunei o Cala Luna.

Oggi, più che mai, per la drammatica situazione determinata dalla pandemia – conclude la lettera di Serafina Mascia - la Sardegna ha bisogno assoluto di provvedimenti e di aiuti che abbattano i costi dell’insularità, a partire da quelli dei trasporti. Battaglia per la quale siamo a fianco della nostra Isola nel chiedere al Governo concretezza di interventi e certezza di aiuti”.

 

 

 

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