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Presentazione on-line di “Su Calendariu” 2021

 All’insegna della precauzione e nel rispetto delle disposizioni governative, martedì 22 dicembre è stata inaugurata la mostra fotografica “Nuraghi e Unesco: La Sardegna come patrimonio storico-paesaggistico dell’Umanità”: 377 fotografie selezionate per rappresentare tutti i comuni sardi con monumenti risalenti al Secondo Millennio a.C. – raccolte in dodici mosaici le immagini accompagneranno i mesi dell’anno che sta per cominciare.

Su Calendariu 2021 è il messaggio tangibile e visivo attraverso il quale il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, in collaborazione e sinergia con la Fondazione di Partecipazione Nurnet - La rete dei Nuraghi, intende fornire il proprio contributo per promuovere un’immagine della Sardegna focalizzata sul suo patrimonio paesaggistico, archeologico, storico, artistico e culturale, fortemente incardinato sulla presenza della vestigia della Civiltà Prenuragica e Nuragica. Ricchezza mondiale sotto gli occhi di tutti, formata da almeno ottomila torri megalitiche, mai completamente censite, che il Comitato “La Sardegna verso l’UNESCO”, appositamente costituito, vuole tutelare.

 

Le immagini di Su Calendariu 2021 sono un estratto, scelto tra le oltre 15.000 immagini del patrimonio fotografico della mediateca di Nurnet, offerto ed utilizzato, in coesione di intenti con la quasi totalità dei 377 Comuni sardi, rappresentati da un’opera, la “Civiltà Nuragica e Prenurgica”, quale contributo alla causa tra i Sardi abitanti in Sardegna ed il mondo dei “Sardi dell’Altrove”, quegli Isolani che vivono fuori, di là del mare, lontani dai confini della Terra di origine.

Biella, che nel corso del 2019 ha ottenuto il riconoscimento di Città Creativa UNESCO, è pronta con una deliberazione del proprio Consiglio Comunale ad affiancare la Regione Sardegna in segno di adesione e di sostegno alla richiesta di inserire l’intero sistema dei Nuraghi sardi nella lista del patrimonio culturale dell’umanità dell’UNESCO.

Biella è anche la città di Nuraghe Chervu, la prima al mondo che, nel 2008, ha eretto un monumento a grandezza naturale a forma di nuraghe, arricchito da un lastricato, ancora in fase di realizzazione, formato da pietre di riuso provenienti da tutti i Comuni d’Italia, su ognuna delle quali sono incisi il nome del Comune e il numero dei Caduti della Prima Guerra Mondiale.

Una Sardegna turrita prospiciente il Mare Tirreno, “invisibile” e pur da sempre sotto gli occhi di tutti. Tra il Neolitico e la Prima età del Ferro, l’Isola fu raccordo di diverse dinamiche culturali attive nel Mare Mediterraneo, centro di acquisizione e trasmissione di innovazioni tecnologiche e di saperi grazie al commercio dell’ossidiana e di metalli. L’Isola emerse progressivamente in tutto il suo ruolo fondamentale attraverso la pregevole cultura materiale e i grandiosi monumenti della Civiltà che l’abitava, incomparabile nel suo genere. Sono innumerevoli e non ancora del tutto studiate e adeguatamente quantificate le testimonianze dell’architettura della pietra che, integrandosi armoniosamente con la natura dei luoghi, originarono lo straordinario paesaggio che ancora oggi l'Isola offre all'ammirazione di tutti.

L’ipogeismo (prima attraverso le Domus de Janas e le Fonti, ed i Pozzi Sacri, poi) e, soprattutto, il megalitismo - inteso nella sua accezione più ampia - hanno segnato il territorio isolano, trovando il culmine nell’età del Bronzo, con il diffondersi in tutta la Sardegna di complesse Aree Sacre, Tombe dei Giganti e, soprattutto, di quegli edifici turriti noti come Nuraghe. Tali costruzioni sono un’opera così mirabile da essere state ritenute già dagli autori dell’Antichità una genialità degna di Mito. La loro grandiosità e la straordinaria diffusione conferiscono un’impronta indelebile al paesaggio sardo, lasciando prova concreta e incontrovertibile di un’antica cultura caratterizzata da grandi architetti e scultori, cui si è affiancato anche il lascito di numerosi ed importanti reperti mobili. Una Civiltà che, negli studi tradizionali, è rimasta qualificata per molto tempo come preistorica e protostorica ma che, alla luce delle scoperte e delle analisi più recenti, risulta aver avuto contatti strutturati e relazioni costanti con ben precisi ambiti di Storia antica, tra tutti le popolazioni Egizie, Minoiche e quelle del Vicino Oriente mediterraneo del tempo.

Tale ineguagliabile ricchezza, dopo aver coinvolto i privati e parte degli Enti statali, regionali e comunali, da ultimo ha suscitato la consapevolezza che i beni prenuragici e nuragici sardi costituiscono una sorta di “Museo a cielo aperto”, un tesoro che appartiene non solo all’Isola o all'Italia, ma all’intero genere umano. Da ciò la corretta sollecitazione dell'interesse dell’UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura - da parte di Christian SOLINAS, Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, dapprima con la Mozione n. 318 della XVI Legislatura Sarda - approvata il 30 Settembre 2020 - cui è seguita la Deliberazione n. 49/13, con la quale la Presidenza e la Giunta della Regione si sono impegnate a patrocinare e a sostenere ogni iniziativa necessaria all’ottenimento del riconoscimento della straordinaria realtà sarda quale Patrimonio dell’Umanità.

Iniziativa cui stanno via via aderendo, con propria Delibera, i Comuni isolani e per la quale si auspica l’adesione anche degli Enti locali posti al di fuori della Sardegna.

Buona lettura e Buon 2021 - XXXXIII di fondazione di Su Nuraghe

Battista SAIU

Il nuraghe “Genn ‘e Mari”. Villanovaforru (Sud Sardegna), (foto di Fabrizio BIBI PINNA).

 

 

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