La Consulta Regionale per l'Emigrazione riunita a Cagliati venerdì 27 novembre ha approvato una mozione in cui esprime “preoccupazione per la situazione dei collegamenti da e per l’Isola e per la minacciata interruzione delle linee marittime in continuità territoriale perché il problema della proroga della Convenzione in atto non è risolto”.
“Neppure l’annuncio che a febbraio sarà pronto il nuovo bando per una rinnovata continuità territoriale – si legge nel documento - può essere motivo tranquillizzante. Restano le incertezze”.
Nella mozione si ricorda che “la Regione sarda non è stata coinvolta nella definizione del vecchio bando e per questo chiede che alla Regione sia riconosciuto un ruolo da protagonista nella scrittura del nuovo piano di continuità territoriale.
A tal fine la mozione “sollecita una discussione ampia sulle nuove regole che veda protagonisti anche gli emigrati, con la Giunta, e l’intero Consiglio regionale, i consumatori, e le forze sociali e produttive”.
Nel documento si ricorda “che gli emigrati sardi nel mondo e in primis quelli dell’Italia e dell’Europa, sono da sempre i primi fruitori della mobilità verso l’isola, e per questo vogliono partecipare da protagonisti insieme alle istituzioni regionali.
Come dimostrano gli studi fatti dall’Università e dallo stesso Ministero la continuità territoriale non può essere garantita solo dal libero mercato.
Lo svantaggio dell’insularità che pesa sempre, ma soprattutto fuori dalla stagione estiva, non può essere superato quando le linee non sono remunerate dalla presenza sufficiente dei passeggeri.
Questo vale tanto più per gli emigrati che viaggiano tutto l’anno per motivi di lavoro, di studio, familiari. Senza di loro la Sardegna sarebbe più isolata e i paesi più spopolati. Questo è ancora più evidente in questi tempi di Covid, con la drammatica riduzione dei viaggiatori, che dimostra ancor più, come il diritto alla mobilità dei sardi va garantito dallo Stato a prescindere dall’andamento del mercato.
Il documento si chiude con la richiesta di una discussione pubblica, insieme alla Regione sarda delle condizioni della nuova continuità.