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Sa Die de sa Sardigna in Piazza Palazzo a Torino

 La comunità sarda di Torino ha celebrato “Sa Die de sa Sardigna” con una manifestazione in Piazza Palazzo, organizzata dall’Associazione “Antonio Gramsci”.

Nel corso dell’incontro sono state lette pagine di Grazia Deledda, Emilio Lussu, Antonio Gramsci, Maria Giacobbe. Letture accompagnate dalle launeddas di Nicola Diana e dall'organetto di Gian Nicola Fresu.

Per l’occasione la vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda, ha inviato un messaggio che è stato letto dal presidente del circolo “Antonio Gramsci”, Enzo Cugusi.

“Porgo a tutte e tutti voi con profondo piacere – ha scritto Zedda - il saluto non formale della Regione Sardegna, del Presidente Christian Solinas, mio personale e dell’intera Amministrazione Regionale, in questo giorno di memoria, di incontro, di sentimenti profondi di amore per la nostra terra e per la nostra gente.

 

Come è noto Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo, memoria dei cosiddetti "Vespri Sardi", l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 che allontanò da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell'Isola titolare del Regno di Sardegna.

Potrebbe dunque sembrare a prima vista inopportuno, perfino irrispettoso e irriverente, commemorare in terra piemontese e nella Piazza del Palazzo di Città di Torino un evento che vide allora contrapposte le due popolazioni.

Tuttavia non possiamo dimenticare che il motivo del malcontento popolare nacque dal coinvolgimento della Sardegna nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese tentò di impadronirsi dell'Isola, dapprima a Carloforte, quindi verso Cagliari. I Sardi opposero strenua resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e degli stessi Piemontesi che dominavano in Sardegna.

Poiché a tale prova di fedeltà non corrispose un adeguato riconoscimento alle giuste richieste dei Sardi, fu solo allora che si scatenò il moto insurrezionale.

Oggi possiamo affermare con profonda soddisfazione che la terra piemontese ha saputo accogliere a suo tempo le figlie e i figli della Sardegna che, per scelta o costrizione, hanno dovuto abbandonarla in cerca di lavoro e di fortuna. E crediamo che la serietà e l’affidabilità, la laboriosità e la disponibilità della nostra gente abbiano saputo corrispondere a tale accoglienza, contribuendo efficacemente alla crescita sociale ed economica dei territori ospitali.

La giornata di oggi è allora ragione per entrambi di socialità, di solidarietà, di prossimità. Viviamo una crisi epocale causata da una emergenza sanitaria senza precedenti. Papa Francesco ci ricorda che «…peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla».

Guai allora se celebrazioni come quella odierna costituissero motivi di rivalsa o contrapposizione. Le nostre genti e il nostro popolo – prosegue l’assessore del Lavoro - hanno saputo dimostrare in momenti di grande difficoltà di sapersi ritrovare intorno ai valori più profondi di democrazia e salvaguardia delle identità regionali che costituiscono la vera ricchezza delle potenzialità nazionali.

Questa festa è un grido di libertà che rafforza la volontà di continuare ad impegnarci, insieme e non da soli, per costruire un nuovo modello di sviluppo fondato sulla partecipazione, sussidiarietà e qualità delle relazioni interpersonali.

Grazie allora per questa iniziativa all’insegna della musica popolare della Sardegna: essa vuole essere un regalo e un segno di pace per noi, donne e uomini di Sardegna, e per quanti oggi ci onorano della loro presenza e del loro affetto. Questa – conclude Alessandra Zedda -è la testimonianza più bella che ogni sfida saprà trovarci uniti per affrontarla e vincerla, convinti che quel grido della Brigata Sassari rappresenta davvero la volontà di tutte le donne e di tutti gli uomini di buona volontà”.

 

 

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