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I Comuni della Sardegna in un “Dizionario”

 Alla fine del 2009 è stato pubblicato il quinto volume (S-Z), di oltre 400 pagine di grande formato come i quattro precedenti (A-D, E-L, M-O, O-S), del “Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna” curato da Manlio Brigaglia e Salvatore Tola per l’editore Carlo Delfino di Sassari.

Il “Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna”, edito negli anni 2006-2009, è articolato per “voci” dedicate ciascuna a uno dei 377 comuni dell’Isola. La scheda editoriale informa che «l’opera contiene, per ognuno di essi, la descrizione del paesaggio fisico del territorio comunale e dell’abitato, la ricostruzione della sua storia attraverso i secoli, la condizione economica, le tradizioni popolari, le leggende del paese e i personaggi più importanti, oltre agli essenziali dati statistici su popolazione, economia, servizi. Contiene 1000 illustrazioni a colori, in bianco/nero e d’epoca, le cartine dei territori comunali e stemmi dei comuni».

 

Il primo volume: A-D, 2006, pp. 432, ill.; il secondo volume: E-L, 2007, pp. 445-879, ill.; il terzo volume: M-O, 2008, pp. 885-1336, ill.; il quarto volume: O-S, 2009, pp. 1345-1779, ill.;   il quinto volume: S-Z, 2009, pp. 1785-2258, ill.   

Quest’opera monumentale con i suoi cinque ponderosi volumi intende collegarsi alla grande impresa di sistematizzazione delle notizie storiche e geografiche ma anche economiche e sociali riguardanti tutte le città e i paesi del Regno di Sardegna operata nell’Ottocento da Goffredo Casalis e da Vittorio Angius (quest’ultimo è stato, come si sa, redattore di tutte le “voci” sarde).

Trattandosi di un’opera di consultazione, l’ordinamento delle schede dei Comuni è ovviamente alfabetico. La lettura approfondita di ogni scheda consente di scoprire le bellezze naturalistiche e i beni culturali, spesso nascosti e quindi sconosciuti e poco valorizzati, presenti in ogni centro dell’isola, da quello più demograficamente e storicamente importante a quello più piccolo e lontano dai percorsi turistici più consueti. L’opera si raccomanda per la cura dei testi e per la ricchezza e nitidezza delle illustrazioni (comprese quelle con le riprese dal satellite dei diversi centri storici).

Mi sento di osservare che,  in teoria, così come hanno fatto nell’Ottocento Casalis e Angius, Brigaglia e Tola avrebbero potuto, data la loro conoscenza delle città e dei paesi dell’isola, scrivere da soli le “voci” relative ai 377 Comuni della Sardegna (e alle zone geografiche, per così dire “storiche”,  in cui i suoi abitanti continuano a suddividere idealmente il territorio dell’isola): entrambi hanno girato l’isola in lungo e in largo e ne hanno documentato, insieme al coéquipier Franco Fresi, tutti gli aspetti meritevoli di nota in senso turistico-culturale, a vantaggio dei turisti affezionati alla qualità informativa delle guide (“rossa” e “verde”) del Touring Club Italiano ma anche a beneficio dei nostalgici lettori de “Il Messaggero Sardo”, sparsi in tutto il mondo.

Brigaglia e Tola hanno preferito dare voce ai “corrispondenti” (Brigaglia ama esaltare i meriti sociali dei “corrispondenti” dalle diverse comunità, comprese quelle minuscole). A loro piace armonizzare una moltitudine di “voci” (in tutti i sensi), fare insomma i maestri del coro, i direttori d’orchestra: non a caso hanno alle spalle una lunga esperienza di insegnamento, che peraltro continuano a svolgere anche una volta arrivati alla pensione. E poi hanno la passione di mettere all’opera, qualche volta alla frusta, i corrispondenti da ogni paese, nel ruolo di informati-informatori.

Il libro si presenta monumentale ma, sia chiaro, non è un libro da collocare, “musealizzato”, nello scaffale della libreria domestica. È un’opera da consultare e da leggere, che non può mancare nelle biblioteche sarde (comprese quelle dei Circoli degli emigrati) e non sarde.  È merito della Regione Sardegna aver sponsorizzato l’opera (chi deve pensare, se non l’Ente pubblico, alla sistematizzazione delle informazioni storiche e geografiche riguardanti i Comuni di un certo territorio?). Altro che per l’effimero, bisogna lavorare per pubblicazioni come queste, destinate a durare per sempre, come quelle di Casalis-Angius.

Complessa è stata la genesi dell’opera, progettata alcuni anni prima dell’uscita del primo volume. Dal punto di vista metodologico Tola ha avuto il compito di individuare i ricercatori locali – per fortuna sempre più numerosi – in grado di scrivere le singole “voci”, mentre Brigaglia si è riservato quello dell’editor, ossia di rivedere e per così dire “omogeneizzare” i singoli testi per dare veste unitaria alla grande opera.

A un’impresa editoriale così meritoria, anche perché così impegnativa, non sono mancati giudizi lusinghieri da parte degli “addetti ai lavori” sardi e non sardi.  Tra i sardi cito due importanti giornalisti  “emigrati”:  l’ algherese Pasquale Chessa, da sempre appassionato collezionista di libri di argomento sardo, è convinto che un’opera come questa incentiva  le ricerche, specie da parte dei sardi emigrati, delle opere che in tutti i sensi “hanno fatto la storia” della nostra isola; per Bruno Geraci, giornalista radio-televisivo di origine sarda operante presso la sede RAI del Piemonte, il grandioso prodotto editoriale realizzato dall’editore Delfino corrisponde  “alla grande” all’esigenza avvertita dai cittadini lettori, proprio in un’epoca di globalizzazione, di conoscere la geografia, la storia, le vicende economiche e sociali che caratterizzano la “piccola patria” di ciascuno di noi.

Per quanto riguarda l’apprezzamento dei non sardi è da dire che, per il “Dizionario”, l’editore Delfino ha ricevuto il Premio 2008 “Un anno con le Terre di Siena”, che intende «valorizzare lo stretto rapporto tra libro e territorio, alla luce di  una compiutezza della realizzazione editoriale, che investe lo spessore del testo, la cifra grafica complessiva, la qualità tecnico-industriale del prodotto, nonché la promozione, la distribuzione, la valorizzazione, in una parola, la durata nel tempo, rispecchiata dal catalogo».

Paolo Pulina

 

 

 

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