Il Circolo "Su Nuraghe" ha rinnovato il rito de "Su fogarone" ad Alessandria.
Il falò di Sant'Antonio Abate è una delle feste più sentite in Sardegna. È una ricorrenza antichissima che affonda nella notte dei tempi unendo devozione cristiana ad ancestrali riti pagani. Dedicato al Santo che la leggenda vuole abbia rubato il fuoco dall'inferno per donarlo agli uomini, il grande fuoco assume nomi diversi nei diversi paesi dell'Isola: Sas Tuvas, Sas Frascas, Sos Focos, Su Fogarone, Su Romasinu. Per i sardi di Alessandria è "Su fogarone"; uniti nel circolo "Su Nuraghe" essi vogliono rispettare la tradizionale ricorrenza ripetendo i riti propiziatori praticati nell'isola a significare che il legame con le proprie radici è sempre più vivo.
In ossequio alle norme anti Covid la manifestazione, già programmata per il 17 gennaio, è stata rimandata al 5 febbraio 2022.
Il rito è stato celebrato nel cortile della sede sociale seguendo le procedure della tradizione. Il divampare del fuoco è stato preceduto dalla benedizione officiata dal parroco Don Egidio Deiana che presta il suo servizio nella chiesa di San Giuseppe artigiano nel rione Cristo. Le fiamme che si sono levate al cielo hanno rappresentato le preghiere per propiziare un anno migliore sotto ogni aspetto.
Come d'uso nei nostri paesi intorno a "Su fogarone" si è fatto festa. Francesca Rotta con altre giovani del coordinamento Giovani del circolo si è esibita con spettacolari giochi del fuoco. L'esibizione è stata accompagnata da segni di festa, canti tradizionali, buon vino e cibi speciali preparati, secondo le antiche usanze, per la ricorrenza.
Rinnovando gesti vissuti nel proprio paese, quando il fuoco si è consumato, molti hanno preso con le mani i tizzoni neri di fuliggine e hanno segnato una croce nella fronte del vicino, in segno di buonaugurio.
Nel rispetto della normativa antiepidemica non si è potuto ballare ma non sono mancati l’allegria e i canti, trascinati dalla travolgente musica di Tiziana Grassano.
Alle ore 19.30 tutti a tavola a gustare il piatto tipico della Sardegna centrale: fae e lardu.
All'insegna della continuità con le proprie origini e dell'ottimismo, questa è una serata che nessuno dimenticherà.
Sebastiano Tettei