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Cultura sarda in lutto per la scomparsa di Franco Fresi

 Profondo cordoglio a Tempio e in Gallura per la scomparsa (il 14 luglio) del poeta e scrittore Franco Fresi, un intellettuale molto conosciuto e stimato non solo in Sardegna.

Fresi era nato a Luogosanto il 6 giugno 1939, viveva e lavorava a Tempio Pausania. Autore di poesie, di testi per la scuola, di ricerche storiche, collaboratore del quotidiano “L’Unione Sarda” e del mensile per gli emigrati “Il Messaggero Sardo”, ha pubblicato raccolte di versi in italiano e in gallurese (“Ea di Casa-Acqua Domestica”, Sassari, Magnum, 2002) e numerosi volumi sulla Sardegna che hanno avuto grande successo anche fuori dell’isola.

 

Per i tipi della Newton Compton, casa editrice nazionale, sono usciti: “Antica terra di Gallura. Miti, riti, gente e tradizioni” (1994); “Banditi di Sardegna” (1998, prefazione di Manlio Brigaglia); “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Sardegna” (1999); “La Sardegna dei sortilegi” (2004, scritto con Francesco Enna, Gianluca Medas e Natalino Piras); “La Sardegna dei misteri” (2010). Con Guida editore (Napoli) ha pubblicato “L’orma di Dio. Introduzione alla Sardegna” (2006).

Presso la casa editrice sarda Il Maestrale è uscito nel 2016 il volume “Le banditesse. Storie di donne fuorilegge in Sardegna”.

Di Franco Fresi il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia ha presentato, nel giugno 2001, il suo bestseller “Banditi di Sardegna” (edito da Newton Compton di Roma in collaborazione con le Edizioni Della Torre di Cagliari).

Fresi è stato nativo e specialista della regione nord-orientale della Sardegna, la Gallura, che non è solo Costa Smeralda. La Gallura, come lui stesso scrive in un altro suo fortunato volume, “Antica terra di Gallura” (anch’esso presentato a Pavia dal “Logudoro” nel novembre 2002) «è fatta di mare, pianura, collina, montagna, zone coltivate e terreni improduttivi». L’elemento che ne contraddistingue il paesaggio naturale sono «le rocce di granito, levigate o seghettate dal vento e dalla pioggia, e le foreste di querce da cui si estrae il sughero». L’insediamento rurale sparso è costituito dagli «stazzi, aziende agro-pastorali, in genere cellule abitative autosufficienti».

Fresi ha vissuto una lunga esperienza all’interno della scuola di base (è stato per molti anni maestro e direttore didattico), per la quale ha scritto diversi testi didattici (alcuni insieme con la moglie Barbarina) e un libro di storie per bambini “La Valle della Luna e altri racconti di Sardegna (La Scuola, Brescia, 1979).

Anche come poeta ha tenuto presenti le esigenze dei suoi scolari e dal loro concreto lavoro ha ricavato un volume teorico e antologico intitolato “Il maestro, i bambini e la poesia” (Padova, Imprimitur, 1995), in  cui è riportata anche una lettera di Mario Lodi, maestro leader dell’innovatore Movimento di Cooperazione Educativa, uno dei protagonisti a livello nazionale dell’introduzione del tempo pieno. (Di Mario Lodi, 1922-2014, si veda “Il paese sbagliato: diario di un’esperienza didattica”, prima edizione Einaudi 1970, opera che è stata ristampata numerose volte)

Come ispettore per le scuole elementari ha conosciuto, negli anni 1972-1974, non solo la terra di Fresi, la Gallura, ma anche Fresi attivo come insegnante il pavese Dino Reolon, a lungo ispettore presso il Provveditorato agli Studi di Pavia, autore di vari  documentari in super otto che hanno voluto essere un omaggio alla Sardegna e in particolare alla Gallura (reincontrandosi a Pavia, presso il “Logudoro”, nel giugno 2001, Fresi e Reolon si strinsero in un commosso abbraccio. Reolon è venuto a mancare a Pavia nel dicembre 2022).

Agli uomini di scuola piace raccontare, per immagini o, più spesso, con parole, e il volume di Franco Fresi “Banditi di Sardegna” rimanda ai racconti popolari (dice il sottotitolo: “Storia e storie di banditesse e fuorilegge tra la fine del Settecento e i primi decenni del Novecento: mito e realtà dei leggendari protagonisti di tanti racconti popolari”) e diventa documento di una “valentia” letteraria con la quale lo scrittore vuole positivamente contrapporsi alla “balentìa” volta al male dei più famosi e famigerati banditi e banditesse del periodo storico considerato.

Il libro di Fresi è assolutamente raccomandabile come appassionata e quasi epica affabulazione: il successo delle vendite non si spiega solo con l’interesse popolare nei confronti delle gesta banditesche, interesse che pure è forte (ha scritto lo storico sardo Manlio Brigaglia: «Quando un popolo non ha storia o la sua storia è storia di dominazioni, solo i ribelli sono gli unici e reali eroi a cui può credere»).

A me personalmente non dispiace un’altra osservazione di Brigaglia, proprio nella prefazione al libro di Fresi: «L’illustre storico inglese Eric J. Hobsbawn, scrivendo di “ribelli” o meglio di “banditi sociali”, quando prende in esame la Sardegna, applica questa nobile etichetta anche a gente che non era molto di più di un’accolta di sicari su commissione e di prepotenti di villaggio».

L’ultimo libro di Fresi di cui ho copia è intitolato “Manlio Brigaglia. Ricordi di una vita” (70 pagine) ed è stato pubblicato nel 2019 dalle edizioni Soter di Villanova Monteleone (Sassari) come affettuoso ricordo del Professor Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), che per lui, così come per Salvatore Tola e per chi scrive, era doverosamente “il Professore”.

Con “lu Professori” Fresi ha collaborato, insieme con altri, per varie guide turistiche della Sardegna edite dal Touring Club e dalla De Agostini e per diversi libri su Tempio e sulla Gallura: “Tempio e il suo volto” (Sassari, Delfino, 1990); per il volume “Le chiese nel verde” (1989) Fresi ha curato la parte che riguarda la Gallura; “Gallura. Gli stazzi” (Sorba, 2016).

 

Nota finale. Concludo questo ricordo dell’amico Franco Fresi riportando i versi in gallurese che scrisse in risposta agli auguri che io avevo formulato in logudorese con una poesia intitolata “Propositos pro s’annu nou 2012. Pellìculas, poesias e tessera de sa FASI”.

 

Per il carissimo Paolo Pulina

L’auguri ricambià è un ubbricu

impostu da li legghj di lu cori,

ma ricambialli a te sinzéru amicu

anzi frateddhu chi s’è fattu onori

in tarr’angena, e troppu a lascu ’icu,

è un piacéri ch’agghjugni più valori

a chisti pochi cosi chi ti dicu

in pien’accoldu cu lu Professori.

“Dumani è un alt’annu”, ci saluti

cun righi di sirena puesia

spigghjenti li bandéri a la spiranza.

No saremu mai soli e mai muti

spindendi pa la paci e l’almunia

tutta canta la ’ita chi c’avanza.

 

Franco Fresi

 

Carissimo Paolo, il Professor Manlio Brigaglia ha chiesto di abbinarsi negli auguri. Lo faccio volentieri: un onore in più. (Franco)

Per il carissimo Paolo Pulina

Ricambiare gli auguri è un dovere

dettato dalle leggi del cuore,

ma ricambiarli a te, sincero amico,

anzi fratello che si è fatto onore

in terra d’altri, e troppo raramente vedo,

è un piacere che aggiunge più valore

alle poche cose che ti dico

in pieno accordo con il Professore.

“Domani è un altro anno”, ci saluti

con versi di serena poesia

spiegando le bandiere alla speranza.

Non saremo mai soli e mai muti

spendendo per la pace e l’armonia

tutta quanta la vita che ci avanza.

 

Franco Fresi

 

Paolo Pulina

 

 

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