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Poesie in Sardo

Su mundhu de sa poesia de Cristoforo Puddu – MARTU 2025

 Rafael Sari, il cantore innamorato di Alghero ed interprete appassionato tra realtà e memoria

 Alghero è un'isola di poesia nell'Isola e si caratterizza per la peculiarità linguistica, ma allo stesso tempo per le preziosità dal carattere universale di tradizioni e cultura.

Valido e autentico esponente della poetica di Alghero è stato Rafael Sari (1904 – 1978), interprete di una espressione semplice e genuina; custode appassionato della singolarità della propria Città che ha saputo rappresentare con suggestività e malia unica, tra realtà e memoria. Con le verità dei suoi sentimenti lirici, aderenti ai valori cittadini, è stato “cantore innamorato di Alghero” e proprio così lo ha ricordato il giornalista Rai Romano Cannas, giorni dopo la scomparsa.

È stato un noto scrittore-poeta che Alghero ricorda regolarmente con un premio letterario di poesia e prosa, rivolto ai catalani ed agli algheresi, che porta il suo nome. Giovanissimo, sul finire degli anni Venti, inizia a pubblicare i suoi componimenti e articoli; vincitore di importanti premi letterari, conquista per “la natura intima” e musicale delle liriche. Svolge il lavoro di insegnante ed archivista, ma sempre da uomo di intellettualità algherese e volutamente “legato al contesto linguistico e culturale della sua città”; attento a coltivare “l'interesse isolano e nazionale sul fenomeno etnografico algherese”.  Nella sua poetica si identifica il tratto algherese di sentimenti, emozioni e luoghi.

A Rafael Sari si deve, insieme a Rafael Catardi, la fondazione del Centro di Cultura per Alghero. Da giornalista indipendente ha collaborato per tanti anni con La Nuova Sardegna e per diverse riviste, raccontando il profondo paesaggio dell'anima di Alghero, patria minore dal vitale cuore che richiama alla tradizione culturale di civiltà poetica.

 

La sua produzione lirica è raccolta in due significativi volumi, pubblicati postumi nel 1980 e 1984 da Edizioni della Torre, e titolati Ombra i sol e Ciutat mia (Pà de casa). Le opere privilegiano la forma e lo spirito autentico dell'algherese e il sentimento della catalanità.

La critica, analizzando la poetica di Rafael Sari, ha colto il senso di “connessione” sviluppato con la Ciutat di Alghero: città-casa, luogo dell'anima, della lingua ed universo di umanità memoria, inteso nella dimensione e richiamo alla civiltà culturale algherese.

Manlio Brigaglia, nella nota introduttiva a Ciutat mia (Pà de casa), scopre un poeta in sintonia col suo popolo, perché “Sari non ha soltanto adottato il cuore di Alghero, ma ha anche adottato i suoi angoli e le sue vedute, soprattutto quelli in cui più si compie la vita comunitaria, soprattutto quelli che fanno da sfondo agli accadimenti quotidiani e ai piccoli sommovimenti del cuore popolare”.

Significativa la dedica della silloge Ciutat mia: Al cel a la terra a la marina a la vida de la ciutat mia.

 

PRESÒ

De la retxa tu miras
o captìu, però el ferro,
lliga el tou cor.
Cadèna estrèta.
Cases branques
camps verds enllà
de les barres que tàncan
la llibertat.
El cel, els monts, el mar
jùgan dins a 's tous ulls
fantasmes de sòmni,
home lliure.
retxes d'or.
Camins llargs com l'horitzò.
Ullades esclaves del pensament.
Tambè per a tu
el mòn es presò.

 

PRIGIONE

Attraverso la grata tu guardi o prigioniero, ma il ferro lega il tuo cuore. Catena stretta. Case bianche campi verdi oltre le sbarre che chiudono la libertà.

Il cielo, i monti, il mare giocano nei tuoi occhi fantasmi di sogno, uomo libero. Inferriate d'oro. Strade sconfinate come l'orizzonte. Sguardi schiavi del pensiero. Anche per te il mondo è prigione. 

 

 

TARDETA DE ABRIL

Tardeta vermella de abril

vestida de flors i de sol

que tornas tra veus de criatures

tra llestres risades

de nigrils en vol

encara te'n entras

al cor de la gent

i al toc espaciòs que devalla

de tantes campanes, al vent

que odors descalla

de fulles noves

en l'ària lleugera...

Tardeta vermella d'abril

que omplis de somnis los ulls,

que lligues un'altra esperanca

al cel ue se obri

més gran, més atzur:

no passes, no caigues,

no mori l'encant

d'aquesta bellesa sincera.

Oh! deixa que vagi somniant

lor cor de qui espera,

de qui altre no vol

que un fil de llumera.

 

POMERIGGIO D'APRILE

Pomeriggio rosso d'aprile, vestito di fiori e di sole, che torni tra  voci di bambini, tra vivaci risate di uccelli in volo, e ancora tu penetri nel cuore della gente e al tocco ampio che scende di tante campane, al vento che scioglie odori di foglie nuove nell'aria leggera...

Pomeriggio rosso d'aprile che riempi di sogni gli occhi, che leghi un'altra speranza al cielo che s'apre più grande, più azzurro: non passi, non cada, non muoia l'incanto di questa genuina bellezza.

Oh! lascia che vada sognando il cuore di chi spera, di chi altro non vuole che un filo di luce.

 

 

ALGUER (1928)

Sés beglia quant 'l sol ta basa tota

i ta carigna calma la marina

quan la gliuna de nit ti dasgota

la prata més gliuenta i la més fina.

 

Sés beglia massa tu, ciutat mia,

de muraglias i torras anghiriara

che ta miras nel golf a on sumia

antiga i branca una sirena ancara.

 

De Ca' de Cassa a Muntiroglia negra,

de Muntagnés a San Giurià frurit

és tota una canzò che ta ralegra,

 

una canzò che dura ne la nit

quant a poc suspira la marina

basn l'ascol che tot ha cunsumit.

ALGHERO

Sei bella quando il sole ti bacia tutta e ti carezza calmo il mare, quando la  luna di notte ti veste di gocce d'argento risplendente e purissimo.

Sei troppo bella tu, città mia, incoronata di bastioni e di torri, che ti rispecchi nel golfo dove ancora sogna un'antica e bianca sirena.

Da Capocaccia al cupo Monte Doglia, da Montagnese a San Giuliano in fiore è tutto una musica che ti rallegra,

una musica che continua nella notte quando dolcemente sospira il mare baciando lo scoglio che tutto ha levigato.

 

 

TRAMONT DE ISTIU

Te n'entras ne l'onda vermeglia,

sol gran de l'istiu,

amagas ne l'algua la beglia

illsiò che ma riu

ancara nel cor:

la frama daspagas

che dins a las venas bruisgiava,

che amor parasceva,

ma ch'era dolor.

En giru nel golf un rodeu

la tarda assatia

de flors aspalgiras, recreu

all'anima mia

en pena i en por.

Aguarda gliumera,

ancara no calghis, aspera:

regalama un altru

bel somniu de or!

Te n'entras ne l'onda vermeglia,

sol gran de l'istiu;

t'en portas ascì la mia beglia

illusiò che ma riu

ancara nel cor...

t'en portas la vira

a ma un las carignòs:

un las che cunvira

a un altru rapòs.

 

TRAMONTO D'ESTATE

Ti addentri nell'onda vermiglia, nel sole dell'estate, nascondi nell'acqua la bella illusione che mi ride ancora nel cuore: la fiamma spegni che dentro le vene bruciava, che amore sembrava, ma che era dolore.

Intorno nel golfo un cerchio la sera compone di fiori sparsi, conforto alla mia anima in pena e paura. Fermati, o luce: ancora non spegnerti, aspetta; regalami  un altro bel sogno d'oro.

Ti addentri nell'onda vermiglia, sole grande dell'estate; ti porti via così la mia bella illusione che mi ride ancora nel cuore... ti porti via la vita con un laccio carezzevole: un laccio che invita a un altro riposo.

 

 

INVEL

Las blancas gaurras volant

aquirran al port, agrisat

de nùvolas baixas, lu vent:

muinas de antenas, esclat

d'escuma damunt als escols,

raioru de mar; sés tornat

invel, sés tornat a ma un vol

de ombras al golf assustat

i lu sol te n'has pres, i l'azul,

i lus somnius de un cel encantat.

 

INVERNO

I bianchi gabbiani volando chiamano nel porto, oscurato da nuvole basse, il vento: fischiare di antenne, schiocchi di spuma sugli scogli, rabbia di mare; sei tornato inverno, sei tornato con un volo d'ombre nel golfo atterrito ed il sole ti hai preso, e l'azzurro, e i sogni di un cielo incantato.

 

 

A TU, CATALUNYA

En el goig del sol que se lleva

de la mar a endorar-te les costes,

Catalunya, el tou cor se desplega

en sospirs que venen a nostres

terres llunyes, ma qu'en tu s'entreguen.

Ve a tu sempre el coral pensament,

llac, de tota un gran germanor,

qu'en tu troba plorant, rient,

del teu mar, del teu cel la sabor.

Mare nostra de llengua, d'amor,

pais de somni encantat a la vora

de les nostres millors esperances,

tu nos lligues amb un gran fil d'or,

tu desfàs la dolor, la llunyanca.

 

A TE, CATALOGNA

Nell'incanto del sole che sorge dal mare a indorarti le coste, Catalogna, il tuo cuore si apre in sospiri che vengono alle nostre terre lontane, ma che in te si integrano. Viene a te sempre il corale pensiero, vincolo della nostra grande fratellanza, che in te ritrova nel pianto, nel riso, del tuo mare, del tuo cielo il sapore. Madre nostra di lingua, d'amore, paese di sogno incantato al margine delle nostre più belle speranze, tu ci leghi con un gran filo d'oro, tu disciogli il dolore, la lontananza.

 

 

 

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