In settemila a suonare e cantare con il cantautore emiliano.
“I sardi riescono sempre a darmi forti emozioni. Ogni volta che vengo in Sardegna c’è calore ed entusiasmo”. Francesco Guccini, 71 anni a giugno, rimane un icona della musica italiana, quella dell’impegno sociale e della denuncia.
Per via dell’età “ ormai avanzata”, ha deciso quest’anno di tenere solo quattro concerti.Uno di questi è stato uno straordinario successo di pubblico negli spazi della grande miniera di serbariu a Carbonia.
In settemila, provenienti da tutta l’isola, hanno cantato assieme al cantautore emiliano in un luogo di memoria e di storia per la città sulcitana. Qui un tempo c’era la miniera che dava lavoro a tantissime persone. Lavoro duro e faticoso sotto le viscere della terra.
Sotto le due torri di ferro, simbolo della struttura, Francesco Guccini non poteva non fare riferimento a suo zio partito per l’America per lavorare proprio in miniera. “Qui od oltre oceano parliamo sempre di carbone”. La canzone si chiama Amerigo. Il cantautore ha come sempre dialogato a lungo con il pubblico, facendo ogni tanto qualche riferimento all’attualità.
Come ad esempio il nucleare “ C’è lo volevano imporre, ma la risposta è stata degna”. Poi tutto un susseguirsi di note e parole che scorrono nel tempo.
Dalla canzone “Avvelenata” fino all’ultima della serata, quella più attesa “la Locomotiva” storia di un anarchico, “ un pazzo che si lanciò contro al treno”.
Due ore e mezza di concerto e Guccini esce tra gli applausi, sinceri e forti dei settemila sardi. Accadde lo stesso nel 1975, suo primo concerto in Sardegna, precisamente nel palazzetto dello sport di Cagliari: 36 anni dopo non è cambiato nulla. Andrea Porcu