La ricerca poetica di Franco Fresi ci aiuta a capire il significato della poesia in una società reificata come la nostra, dell’avere più che dell’essere, dei ruoli più che delle esistenze. Essa è, infatti, una tensione continua verso la scoperta di qualche brandello di verità che ci illumini il senso della vita.
La verità è intesa non come un oggetto nascosto ma come un sole invisibile che si disvela gradatamente, un raggio di sole nella foresta oscura, a chi sa lasciarsi illuminare. Perciò la poesia diviene, nelle parole di Franco Fresi, contemplazione ed estasi. Così lo sgomento degli occhi del poeta per avere guardato troppo il sole, come nella bella composizione dedicata a Mario Luzi.
Il poeta diviene il sacerdote della verità, l'artigiano della parola, sortilegio che riporta docilmente ad altri significati.
Nonostante il compito alto che Franco Fresi assegna alla poesia, i temi scelti sono tratti dalla semplicità della vita comune, spesso autobiografici, come gli affetti familiari e la religione della famiglia, l'infanzia e il suo mondo fantastico.
Incombe talvolta il pensiero malinconico della morte, come ne “La voce muta dei girasoli”, ma irrompe anche il tono scherzoso e ironico (“Il saltatore”). Il poeta, però, muore “Un pò meno degli altri" e i posteri non lasceranno di ricordarlo, magari intitolandogli un vicolo cieco. Tomaso Panu