Sabato 22 ottobre alle, 18.00, nella sala convegni del “Ce.Do.C.” - Museo e Centro Documentazione Codrongianos, verrà inaugurata la mostra “Diario di un viaggio senza meta...”,
della pittrice Tiziana D'Ascanio. La mostra resterà aperta fino al 17 dicembre.
Questa la recensione dello scrittore Franco Fresi, che presenterà la mostra a Codrongianos.
“Tiziana d’Ascanio definisce la sua rappresentazione pittorica “Diario di un viaggio senza meta”: ed è, in qualche modo, anche giusto. Nessun autore di valore, che sia pittore, poeta o altra persona che operi nell’impervio statuto dell’arte, può concedersi il lusso di stabilire e fissare il traguardo definitivo della sua ricerca. A meno che non abbia deciso di fare della sua passione il proprio destino.
L’arte, anche se assoggettata alla forza del nostro pennello o della nostra penna, ogni tanto si concede degli scarti improvvisi che deviano, per energia nativa, dal sentiero previsto dall’autore. Il talento, làscito prezioso di cui non tutti sono stati dotati da madre natura, è un cavallo bizzarro. Soltanto un sapiente lavoro di briglia, di staffe, e anche di speroni, salva il cavaliere dall’essere disarcionato.
Ecco, Tiziana, pittrice di valore, questa conquista l’ha realizzata: il talento è già sotto controllo, tanto da far pensare che nel suo diario di viaggiatrice nei territori del segno e del colore una meta ben definita se la sia posta già da tempo. E che abbia tracciato una mappa, forse ancora provvisoria, del proprio destino.
“Il paesaggio, soprattutto quello isolano ─ afferma ─ è stato il mio primo motivo di ispirazione. C’è stata poi un’evoluzione che mi ha portato a pensare e quindi a rappresentare, oltre alla sua fisicità, l’anima di quel paesaggio; soprattutto delle zone interne. Anche perché nel momento creativo sento che i miei stessi umori, sempre irrequieti e mutevoli, mi connotino più come creatura “terrena” che marina”.
Una certa trasfigurazione della realtà fisica è evidente nei quadri di questa mostra e in altre opere di Tiziana che ho avuto modo di vedere e ammirare. Nelle forme pittoriche, in cui l’esterno diventa immagine speculare delle emozioni della pittrice, la natura c’è sempre, ma è come tradotta in un’altra lingua il cui codice d’interpretazione, del quale solo l’autrice conosce la chiave simbolica (ma pure sintattica), è leggibile anche dall’osservatore che sia in grado di andare oltre il discrimine liminare del segno e del colore.
Ma l’indagine, si potrebbe dire, che la pittura di Tiziana opera nella realtà naturale, a volte si umanizza in figure di persone, soprattutto donne dalle fattezze sarde, dagli occhi parlanti, più spesso ammiccanti, quasi alla ricerca della complicità dell’osservatore. Anche qui l’osservatore deve saper andare oltre il messaggio visivo e soffermarsi tra le “pieghe” della figura rappresentata se vuole coglierne le emozioni che la pittrice le ha voluto trasmettere. Non è una cosa facile da cogliere, ma non impossibile.
Forse proprio qui, come afferma anche Liliana Canu, sta il valore creativo della pittura (e anche delle non molte incisioni) di Tiziana.
Ma un’altra fuga verso luoghi meno sondabili anima il viaggio della pittrice: dalla natura, alla persona, fino alla tappa conclusiva della contrada onirica in cui il sogno è l’unica, vera meta in cui l’indole tormentata dell’artista trova quella definizione di se stessa sempre cercata ma raramente raggiunta compiutamente.
Questo mio è poco più di un saluto ad un’artista con le carte in regola, della quale, c’è da scommettere, sentiremo parlare”. Franco Fresi