Il fascino del mito rivive in uno dei luoghi tra i più densi di storia in Sardegna, nella città che nacque sui resti romani della colonia Iulia di Turris Libisonis. Dopo sedici anni il pubblico ha potuto ammirare nell’area archeologica del Palazzo di Re Barbaro di Porto Torres lo splendido mosaico dell’Orfeo che suona la lira tra gli animali. Una scoperta venuta alla luce nel corso di due campagne di scavi (nel 1995 e nel 1998).
Secondo gli studiosi, i mosaici con motivi geometrici e quello centrale con Orfeo che suona la lira fra 11 animali in una composizione unica facevano parte della domus di un facoltoso cittadino romano. Ma i mosaici con motivi geometrici e figurati, compresa una ierogamia e Orfeo che suona la lira fra gli animali, uniti agli intonaci in parte restaurati, sono sette esemplari unici per la Sardegna di età romana. Nell'area archeologica di Palazzo Re Barbaro a Porto Torres, due domus decorate con mosaici e intonaci dipinti sono protette da una struttura soprastante che ricostruisce la quota dal porticato di accesso alle Terme Centrali dell’antica Turris Libisonis.
Il Soprintendente ai Beni archeologici di Sassari e Nuoro, Bruno Massabò, insieme all’assessore ai Beni culturali del Comune di Porto Torres, Francesco Porcu, alla responsabile della Sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza, Antonietta Boninu, e all’assistente tecnico-scientifico, Franco Satta, hanno scelto di mostrare l’Orfeo e gli altri mosaici il 24 settembre, in occasione delle “Giornate Europee del Patrimonio 2011”. La serata nell’area del Palazzo di Re Barbaro, è stata intitolata “Mosaici e Musica”: un sottofondo di brani musicali legati al mito di Orfeo ed Euridice eseguiti dall’Ars Musicandi Ensemble ha fatto da sfondo alla visita dell’Orfeo e degli altri mosaici. Soddisfazione nel corso dell’evento è stata espressa dal Soprintendente Bruno Massabò: «L’area archeologica di Porto Torres è molto estesa – ha sottolineato –. Credo che nei prossimi anni assisteremo ad altre numerose scoperte. Il sito di Turris Libisonis ha enormi potenzialità. Potrebbe diventare una piccola “Caracalla” del nord Sardegna”.
Dopo questo importante appuntamento con la storia, che ha richiamato nell’Antiquarium di via Ponte romano centinaia di visitatori, i mosaici sono stati protetti e chiusi al pubblico. Ricoperti con una nuova tecnica che potrà renderli presto di nuovo fruibili. Inoltre, l’area degli scavi e la costruzione che protegge i mosaici, dovranno essere preservati anche attraverso l’installazione di un sistema di allarme. Luciana Satta