La Consulta regionale dell’Emigrazione si è riunita il 15 aprile per approvare il Programma annuale di interventi per il 2011 che era stato approvato dal Comitato di Presidenza nella riunione del 1° aprile.
Per la prima volta da quando il “parlamentino” degli emigrati è stato costituito, il 13 febbraio del 1978, la riunione della Consulta, per espressa disposizione dell’assessore del Lavoro, si è tenuta a porte chiuse e non è stato consentito ai giornalisti di seguire il dibattito.
E’ la prima volta – come potrà confermare il vicepresidente vicario Domenico Scala, che della Consulta ha fatto parte ininterrottamente dal giorno del primo insediamento – che viene presa una decisione tanto prevaricatrice quanto dannosa per il mondo dell’emigrazione che chiede visibilità e trasparenza. Per la prima volta dopo oltre trent’anni gli emigrati non potranno essere informati compiutamente sul come sono maturate le scelte e le politiche messe in campo dalla Regione in loro favore.
L’assessore del Lavoro ha, forse, voluto evitare le brutte figure dell’anno precedente quando, dopo essersi pomposamente accreditato come economista, aveva annunciato politiche proiettate nel tempo, fino al 2020, e aveva chiesto un voto a “scatola chiusa”, per rispettare i termini di legge e poter spendere subito le risorse a disposizione. Purtroppo dei progetti e dei programmi previsti nel 2010 pochi hanno visto la luce. Persino il programma televisivo, per realizzare il quale sono state tolte le risorse a Il Messaggero sardo, snaturandone la periodicità e, quindi, la funzione, dopo un anno non è ancora partito. Anzi non è stato neppure individuato il vincitore della gara d’appalto. E neppure una sola copia del giornale cartaceo, ridotto a cinque numeri bimestrali, è uscito dalle rotative.
Un fatto è incontrovertibile la somma messa a disposizione dal bilancio regionale è passata da quattro milioni e mezzo di euro a 3.700.000, con un taglio di 800 mila euro netti. C’è stato un lieve ritocco per la quota destinata ai circoli ma un drastico taglio ai fondi per i progetti regionali (le tematiche di questi progetti sono state rinviate a un futuro e fumoso Atto di Indirizzo sui contenuti del quale la Consulta è stata tagliata fuori).
Di questo passo c’è poco da stare allegri. Dopo il giornale cartaceo dove cadrà la mannaia dei tagli?
Non resta che attendere.