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“Carlo Urru l’umile pastore” è il titolo del nuovo libro appena uscito a cura di Nicola Deriu, già curatore, qualche anno fa, del pregevole volume “Tempio, La storia, le immagini, i vini”.
Trecentosessantasei pagine, queste della nuova opera, dedicate al ricordo di mons. Carlo Urru, vescovo della Diocesi di Tempio-Ampurias dal 1971 al 1982.
Maria Chiara Firinu di Iglesias - con orgogliose origini familiari nel piccolo centro oristanese di Narbolia - è una delle voci più sensibili e ricche di umanità che siano emerse, in quest’ultimo decennio, nel frequentato e variegato panorama sardo “non professionistico” di scrittura poetica ed in prosa.
Nel segno del raggiunto personale linguaggio nel raccontare, con descrizioni da abile affabulatrice, e nella continuità descrittiva del mondo familiare-identitario, tracciato a chiare linee anche nelle opere precedenti, Maria Chiara Firinu,si cimenta ora nel genere letterario memoriale e pubblica “Il Canonico di San Severino” (ed. Montedit, Milano, 2012).
A rischio di ripetersi, il sottoscritto afferma ancora una volta che ogni città, paese e paesino dell’isola, ma anche dell’intera penisola italiana, sente il bisogno di pubblicare qualcosa di scritto relativo al posto dove si è nati o vissuti, in modo che qualcosa resti della vita di un passato che di giorno in giorno si cancella da solo se qualche persona di buona volontà non lo impedisce.
E non si può dire che questa non sia cosa buona in quanto denota rispetto e legame affettivo al proprio prossimo e alla propria terra.
Ecco un altro bel libro che vede la luce nel nord Sardegna e precisamente nell’area sassarese-gallurese. I lunghi titolo e sottotitolo spiegano già il contenuto: “Majarzas e Sanadoras, magie, incantesimi, malefici, sortilegi e riti. Tradizioni, racconti e usanze popolari in Sardegna”. Lo ha scritto un’insegnante elementare in pensione, Miranda Niedda Giagnoni, che vive tra Sassari e Cannigione, e lo ha pubblicato Edes.