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Lo scrittore Gianni Marilotti vive e lavora a Cagliari dove insegna Storia e Filosofia nei Licei. Ha curato diverse pubblicazioni di carattere storico-politico; fondatore e presidente dell’Associazione culturale “Mediterranea”, si occupa attivamente di Storia del Mediterraneo e di cooperazione allo sviluppo. È autore, tra gli altri, del volume “Italia e Nord Africa” (Carocci Editore, 2006) e del saggio “Dall’interdipendenza all’interindipendenza” comparso nel volume curato da Antonio Sassu e Sergio Lodde “Tra il vecchio e il nuovo. I movimenti politici nel Nord Africa” (Aracne Editrice, 2013).
Nel 2003 ha esordito nella narrativa con “La quattordicesima commensale” (Il Maestrale) vincitore del Premio Letterario “Italo Calvino” e del Premio Nazionale “Marisa Rusconi” come migliore opera prima edita in Italia nel 2004.
Si intitola "Aspettando qualcosa", ed è ambientato in Sardegna, il libro scritto da Maria Grazia Gaggioli. Il libro è suddiviso in racconti ognuno riguardante i diversi aspetti della vita di un tempo.
Maria Grazia Gaggioli, sarda di nascita e veneta di adozione, risiede a Bassano del Grappa dove ha svolto la sua professione d’insegnante per tanti anni.
Oltre alla prosa ama anche la poesia e spesso si cimenta nella composizione di versi. Ne ha pubblicato una raccolta nel 2013 in un libro intitolato “L’ABC del mio tempo”.
Per anni ha frequentato il Cenacolo, circolo letterario di poeti e prosatori bassanesi, dove persone colte e preparate hanno contribuito ad una sua crescita culturale. In questo ambiente ha visto svilupparsi la passione per la scrittura nata negli anni della sua giovinezza. Da tempo infatti scrive in versi e in prosa ma solo recentemente si è decisa a farsi conoscere. Dopo la pubblicazione de “L’ABC del mio tempo”, ha continuato a scrivere perché questa passione iniziata come hobby è diventata il suo impegno principale.
“Una antologia di racconti. Passioni coltivate con sentimento. Un desiderio intimo di costruire relazioni, attraverso la scrittura – ha scritto in una recensione Giandomenico Cortese, giornalista e critico letterario - di comunicare quel destino che non si fa mai vedere, ma vive, reale, interpretato negli altri, e di fare di tutto ciò un libro, pagine composte da donare al lettore, così da incamminarsi assieme verso orizzonti lontani, in un viaggio da percorrere fianco a fianco, senza eccessi”.
“C’è un realismo senza magia nei racconti di Maria Grazia Gaggioli. C’è la Sardegna autentica – ha scritto Cortese - quella che piaceva a Indro Montanelli e a Fabrizio De Andrè, quella descritta magari da Carlo Levi, Salvatore Satta, D. H. Lawrence, Marcello Fois o Michela Murgia. Ma ci sono pure gli uomini e il paesaggio dipinti dai maestri della pittura veneta, racchiusi nelle loro tele, impressionate dal carattere accogliente di questa nostra gente. Sono tanti i motivi colti nella successione di tante pagine per appassionarsi ai canti di speranza che appaiono autentici crocevia nella cultura contemporanea. C’è un palese messaggio di ostinata fiducia in racconti pulsanti di serenità, e suggestiva bellezza, con una evidente missione: provate a leggerli nel modo giusto, ad alta voce”.
Il tema della omosessualità è stato sempre oggetto di profonde e animate discussioni, ma le discriminazioni restano.
Ancora oggi, nonostante siano stati compiuti significativi passi avanti nella società civile e riconosciuto liberamente il diritto alla diversità, gli episodi di cronaca registrano fatti inquietanti.
E proprio una storia d’amore gay a tre, sullo sfondo di fatti storici che hanno segnato la storia contemporanea a dare risalto al libro d’esordio per lo scrittore cagliaritano Paolo Arigotti.
“Un triangolo rosa” questo il titolo del romanzo, edito dalla Progetto Cultura di Roma, ha inizio con l’ascesa al potere di Adolf Hitler in Germania. Nominato cancelliere il 30 gennaio 1933.
Racconta la vicenda di due ragazzi omosessuali romani, Marco, impiegato presso un notaio ebreo e Luigi, brillante avvocato, che diventerà suo compagno.
Si conoscono e collaborano a una rete clandestina antifascista.
Ci sono i primi segnali di guerra. Marco avvia intensi rapporti con il Vaticano.
Arrivano notizie allarmanti su quanto sta accadendo nell’est europeo.
E cosi che Marco e Luigi scoprono gli orrori commessi nei lager nazisti. Dalle fucilazioni alle camere a gas, alle malattie, passando per lavori massacranti nei campi, anche a danno di persone che vivono la loro stessa condizione di omosessualità. I due giovani romani conoscono Klaus, un rampante ufficiale delle SS. Questo incontro determinerà il loro destino, conducendoli verso il campo di sterminio di Auschwitz. Il finale è inatteso e pieno di suspence.
Ai lettori di “ Un triangolo rosa” il compito di leggere e scoprire come finirà questa storia, scritta da Paolo Arigotti con semplicità e passione.
Una vicenda che riporta alla mente a 75 anni di distanza dall’individuazione del campo di “ morte” di Auschwitz, da parte dell’esercito russo, quella immensa tragedia nella quale morirono oltre sei milioni di ebrei.
Paolo Arigotti vive in Sardegna e ha un grandissimo interesse per i viaggi.
Quello che ha visto, visitando i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, ha generato l’idea di questo romanzo tra amori che si intrecciano e una guerra impossibile da dimenticare.
Andrea Porcu