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I diari privati spesso offrono una descrizione della storia in grado di cogliere le sfumature emotive, le atmosfere e i retroscena di fatti ed eventi. Del resto, l'importanza delle testimonianze personali è ormai pienamente riconosciuta, basti pensare che dal 1984 a Pieve Santo Stefano - in provincia di Arezzo - nella sede del municipio, viene ospitato un archivio pubblico che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d'Italia: sono diari, epistolari, memorie autobiografiche. A conferma di ciò, nel 1998 è nata anche la rivista della Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo), dal titolo "Primapersona". Percorsi autobiografici". Un appuntamento semestrale per gli appassionati di autobiografie, che si confermano utili strumenti di conoscenza della nostra storia.
È questo anche il caso del libro scritto da Mario Pisano, dal titolo “Una vita insieme. Dal Passo dell'Aprica a Cagliari”, edito da “ilmiolibro.it” nel 2013.
Con il suo nuovo libro intitolato “Luogosanto Paese di Gallura. Aspetti storico-sociali” Nicolino Pisciottu torna ad onorare il suo paese che per la sua storia (ma non mancano risvolti leggendari) e per il suo connettivo sociale tale onore se lo merita. Onorarlo, poi, con un un’opera scritta non è qualcosa di precario come può esserlo una rivisitazione orale che, da generazione a generazione, lascia poche tracce.
Di questo parere, dell’importanza, cioè, di Luogosanto, è convinto anche il ben noto professor Giuseppe Doneddu, docente all’Università di Sassari. <<Cultura, spiritualità e bellezza del paesaggio, ― scrive nella presentazione del libro ―, gentilezza degli abitanti, artefici di un’antropizzazione del territorio in cui, intorno all’insediamento stretto alla basilica, i tipici stazzi qui ubicati offrono un’ulteriore nota d’interesse. Tali riferimenti appaiono di per sé sufficienti a giustificare una particolare attenzione verso Luogosanto ed i suoi abitanti>>.
Il libro si apre, oltre alla presentazione di Doneddu, con una lucida introduzione dell’autore che non si dichiara scoraggiato dal fatto che negli anni ’80-’90 molto si è detto e scritto su Luogosanto, dichiarando di avere <<l’“ambizione” d’inquadrare in uno sfondo storico diverso, nella fattispecie religioso, i fatti che si sono succeduti nel tempo e che hanno dato vita, nel corso dei secoli, alla comunità nella quale noi stessi viviamo>>.
Cominciamo col dire che a Pisa esiste da alcuni anni un “Centro Gandhi”, con relativa casa editrice, “Centro Gandhi Edizioni”, che pubblica dei “Quaderni Satyāgraha” curati da Aristide Donadio, psico-sociologo e docente di Scienze Umane nei Licei di Napoli. A suo nome è uscito da poco un bel libro intitolato “Danzare tra le fauci del drago. Il potere del teatro per la trasformazione nonviolenta dei conflitti”.
Alla realizzazione del libro ha contribuito, fra altri bei nomi di specialisti nelle varie branche dello scibile, anche Maria Erminia Satta, una raffinata docente di Lettere, a Tempio, che già per i “Quaderni Satyāgraha” aveva curato, lo scorso anno assieme a Elisa Nivola, il libro “Tessiduras de Paghe”.
Questo suo nuovo contributo ai “Quaderni” mira, per Maria Erminia, ad almeno quattro obiettivi fondamentali. Uno dei più importanti è quello di dimostrare come il teatro sia un mezzo utile per evidenziare i conflitti, ad imparare a gestirli costruttivamente attraverso la nonviolenza, a conoscere la realtà, anche quella più crude e violenta, e a partecipare creativamente per trasformarla, guardando ed accettando se stessi e gli altri e “imparando ― afferma ― a convivere rispettosamente e solidarmente con la ricchezza della diversità”.