Benvenuto nel Sito dell`Associazione Culturale Messaggero Sardo
Anche questa Pasqua in casa è da festeggiare
in tutte le regioni dell’italico Stivale.
Non è il peggior male che si deve sopportare,
dato che predomina la pandemia mortale.
Tutti dicono che in ogni caso è vicino
il tempo in cui potremo “riveder le stelle”:
non è più solo un’ASTRAzione il vaccino
che concederà di uscir dalle domestiche celle.
Anche se è vero che, grazie al cellulare,
i collegamenti con l’esterno son possibili,
ci fa male il ricordo del nostro respirare
senza paura di conseguenze temibili,
che oggi la mascherina consente di evitare.
C’è chi evoca le molte epidemie terribili
del passato, dalla lebbra alla peste nera,
all’ influenza spagnola e a quella asiatica,
al vaiolo, al tifo, alla tubercolosi, al colera
all’HIV, alla SARS, ognuna malattia terrifica.
Ma, a Pavia, non bisogna mai dimenticare
che furono Golgi e Grassi, eccellenze rare,
a fornire la chiave giusta per identificare
i meccanismi di trasmissione - dalle zanzare
anofele all’uomo - dei plasmodi della malaria,
che ha segnato la storia della Sardegna.
Grazie alle loro scoperte scientifiche,
la Fondazione Rockefeller, con un’azione degna
di figurare tra le conquiste magnifiche,
all’isola ha donato una vera “resurrezione”.
In questa angosciante annosa situazione
continuiamo a sperare che la Pasqua attuale
segni la “resurrezione” dal pandemico male
in virtù di efficaci operazioni risolutive
che uniscano scienza e vaccinazioni massive.
Paolo Pulina