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Lettere al Messaggero

Le vostre lettere

Il filo conduttore

Caro Messaggero,
mi chiamo Andrea Gallisai ed ho 19 anni. Sono anagraficamente nato in Piemonte ma mi sento a pieno titolo sardo in tutto e per tutto. Ti ringrazio di essere il mio filo conduttore con la mia terra che raggiungo in estate appena posso, così come ringrazio il circolo sardo “Su Nuraghe” di Alessandria, promotore di ottime cene e feste che ci mantengono dei sardi felici nel cuore e nell’anima. Vorrei conoscere l’origine del mio cognome. Mio nonno nacque a Busachi. Ringrazio anticipatamente e porgo un abbraccio a tutti i lettori! Leggi tutto: Il filo conduttore
 

Cambio di domicilio

Caro Messaggero,
salve, da tantissimi anni ricevo il vostro stupendo giornale. Vivo a Roma da 35 anni e non potete immaginare l’emozione quando mi arriva “Il Messaggero Sardo”. Vi chiedo una grande cortesia. Ho cambiato domicilio. Potete mandarmi il giornale al nuovo indirizzo? Grazie
 

Da madre in figlio

Caro Messaggero sardo,
sono nato a Gonnosfanadiga nel 1965 e vivo a Novara, figlio di emigrati.
Mia madre ha sempre ricevuto e continua a ricevere una copia del Messaggero Sardo. Che ogni tanto leggo anch’io, perché mi aiuta a tenermi informato sulla mia terra natia e in questo modo a sentirla un po’ più vicina. Ora sono sposato e ho pensato di scrivervi per chiedervi gentilmente di poter ricevere copia gratuita de “Il Messaggero Sardo” direttamente a casa mia. Leggi tutto: Da madre in figlio
 

Nipote in Australia

Caro Messaggero,
mi chiamo Sandro Raimondi e con mia moglie, Greca Orgiu, viviamo a Livorno dal lontano 1965. Da moltissimi anni riceviamo e leggiamo con entusiasmo il vostro prezioso giornale che ci tiene così aggiornati sulla bellissima e cara Sardegna. E di questo ve ne siamo immensamente grati.
Ultimamente abbiamo chiesto una copia per la sorella di mia moglie; ora volevamo sapere se poteste inviare una copia del giornale a un nostro nipote che da alcuni anni si è trasferito in Australia. Si è sposato e si è stabilito in quel paese. Gli farebbe un immenso piacere ricevere “Il Messaggero Sardo”.
Ringraziandovi per la vostra attenzione porgiamo distinti saluti. Leggi tutto: Nipote in Australia
 

Cerca una nipotina ''desaparecida''

Caro Messaggero,
inviamo in allegato il testo tradotto di un appello delle “Nonne di piazza di Maggio” di Buenos Aires. Vi preghiamo di diffonderlo. La Sig.ra Chicha Mariani, fondatrice delle “Nonne di Piazza di maggio” è già molto anziana e vorrebbe, prima di lasciare questo mondo, rincontrarsi con sua nipotina. Aiutiamola con la pubblicazione di questa lettera. Grazie.

Circolo Radici sarde - San Isidro - Argentina

Traduzione della lettera di Chicha:

«Cara nipotina, sono tua nonna “Chicha” Chorobik in Mariani, ti cerco dal momento in cui Etchecolatz, Camps e altri militari uccisero tua madre e ti sequestrarono da casa tua in Via 30 n. 1134 di La Plata. Era il 24 novembre del 1976 e tu avevi 3 mesi di età. Da quel momento in poi con tuo padre ti abbiamo cercato fino a quando anche lui è stato ucciso.
Anche se hanno cercato di convincermi che tu eri morta negli scontri, io sapevo che tu invece eri viva. Oggi si sa per certo che tu sei sopravissuta e che sei stata adottata da qualcuno. Oggi tu hai 31 anni e il tuo n. di carta d’identità argentina probabilmente sarà vicino al n. 25.476.305 con il quale siamo andati a registrarti all’Anagrafe.
Vorrei chiederti di cercare le fotografie di quando eri una bimba e di fare il confronto con quelle che accompagnano questa lettera.
Voglio raccontarti che tuo nonno paterno si è dedicato alla musica ed io alle arti plastiche, che i tuoi nonni materni si dedicarono alle scienze, che tua mamma amava la letteratura e tuo papà era laureato in Economia. Entrambi avevano un grande senso della solidarietà e di valori sociali. Qualcosa di tutto questo avrai nel tuo stile di vita perché, aldilà del fatto che tu sia stata allevata in una casa diversa, uno conserva internamente i geni dei suoi antenati. Sicuramente ci saranno tante domande senza risposta nel tuo interno. Ho più di 80 anni e vorrei tanto abbracciarti e riconoscermi nel tuo sguardo; mi piacerebbe che tu venissi da me perché questa lunga ricerca finisca nella grande sfida della mia vita: quella di rincontrarsi. Clara Anahí, mentre ti aspetto continuerò a cercarti!
Un grande abbraccio, tua nonna Chicha Mariani».
 

Il detenuto sardo nel carcere di Marsiglia

Caro Messaggero,
vi trasmetto copia della lettera che ho inviato al Consolato d’Italia a Marsiglia per segnalare il caso del detenuto sardo pubblicato nella pagina delle lettere nel numero di ottobre 2010 de “Il Messaggero sardo”. Sarebbe opportuno che il giornale segnalasse il cognome del detenuto (la lettera era firmata solo con il nome) al Consulat Gen. d’Italie 00056 Rue D’alger - 13005 - Marseille:
«Signor Console Generale, Mi permetto di trasmetterLe la pagina “posta” del Messaggero Sardo di ottobre, “mensile della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo”, in cui si può leggere di un connazionale detenuto a Marsiglia, probabilmente alle Baumettes, che sembra conoscere le difficoltà che descrive. Mi dispiace constatare lo scarso interesse che costui, infelice in ogni caso, ha suscitato presso il periodico Sardo, che lo rimanda a una speranza che io ho voluto rilevare e trasmettere all’autorità più vicina e, io spero, la più competente. Le bottiglie affidate al moto ondoso sono ancora meno efficaci del servizio postale.
Voglia gradire, Signor Console Generale, i miei più rispettosi saluti». Leggi tutto: Il detenuto sardo nel carcere di Marsiglia
 

Furti anche sulle navi della Moby

Caro Messaggero,
vorrei segnalare che i furti vengono commessi non solo sulla Tirrenia. A me è successo al rientro dalla bellissima Sardegna, su una nave della Moby, sulla linea Olbia-Genova.
Il giorno 16 ottobre scorso, durante la navigazione, mi hanno aperto la macchina e rubato il navigatore e l’auricolare.
La mattina del 17, quando sono sceso nel garage (punto 3H Rosso zona del parcheggio), mi è venuto un colpo nel vedere le sicure aperte.
Ho controllato l’auto e ho constatato che non c’erano più il navigatore e l’auricolare. Poi ho fatto quello che andava fatto ma non è giusto che queste cose accadono. Leggi tutto: Furti anche sulle navi della Moby
 

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