Benvenuto nel Sito dell`Associazione Culturale Messaggero Sardo
Lorca è carnivora,
se la incontri ti divora,
puoi incontrarla all’improvviso,
ti guarda, ti mangia anche il viso.
Può entrare in te piano piano,
ti toglie affetti, amori, ti mangia la mano,
distrugge adolescenti, giovani, bambini,
non ha rispetto anche se sono piccini.
Mangiato è il pesce piccolo dal grosso,
la tigre sbrana il timido cerbiatto,
soccombe il topo artigliato dal gatto,
la rana acchiappa gli insetti nel fosso.
Nella primavera scorsa è scomparso a Macomer, all’età di 86 anni, il poeta Pinuccio Giudice Marras.
Per sua fortuna pochi giorni prima aveva avuto la possibilità, per quanto già malato, di presentare la sua terza raccolta di versi: circondato dai familiari e dalle autorità ha potuto così dare un ultimo saluto al pubblico che lo apprezzava da anni, agli amici e agli estimatori accorsi da tutte le parti dell’isola.
Naro a ogni accanidu fumadore:
«Cando allughides una sigaretta
dannegiades in manera iscorretta
de s’interu ambiente su valore.
No isco cale sant’ap’a pregare
pro chi cambien a s’omine sa mente,
su ch’est sutzednd’a su presente
est cosa de non poder olvidare,
sos poberos si cheren rivoltare
a custa miseria permanente,
Nel mondo c’è gente dispettosa,
per malignità o per divertimento,
quando fa il dispetto è contento
come abbia fatto una gran cosa.
Ma c’è un proverbio che parla di dispetti:
chi prima li fa, poi se li aspetti.
O paesanos de sa ’idda mia,
e proite non faghides sa lotta
contra a custa mala genìa?
Troppu sun sos giudas iscariotta,
non podes pro custu rimediare:
ite si faghet pro una pagnotta!