Benvenuto nel Sito dell`Associazione Culturale Messaggero Sardo
Barore Sassu, geniale aedo creativo dal verso ironico e caustico
Le feste patronali sarde sono sempre state un misto di manifestazioni di autenticità religiosa, con il simulacro del Santo portato in processione per le vie di paesi adornati di fiori e tappeti artigianali esibiti alle finestre e ai poggioli delle abitazioni, e festeggiamenti popolari, nel segno della tradizione, con le puntali sfide notturne tra apprezzati ed immancabili poeti estemporanei. Il contorno, in un recente passato, erano le bancarelle di giocattoli e di torrone, sfilate equestri con dame e cavalieri in costume tradizionale, ma il fermento e argomento dei più era l'attesa della disputa dei poeti “a notte 'e luna”. E il pensiero corre a una lontana gara poetica (durante l'infanzia a Illorai e che probabilmente rappresentò la mia “iniziazione”, perché destò la prima vera attenzione e passione per i poeti e la poesia) seguita in compagnia di mio padre e di nonno Puddu, poeta a taulinu, stimato a livello paesano per le composizioni a carattere satirico. I protagonisti, in una piazza comunale gremita all'inverosimile, erano il poeta locale Zuannantoni Carta (Illorai 15 ottobre 1928 – Nuoro 3 gennaio 2017) e l'allora settantenne Barore Sassu (Banari 25 febbraio 1891 – 10 settembre 1976), che non si risparmiavano “accese” otadas pungenti, con offese al limite dell'onore personale, finché il maturo poeta, al culmine dell'irritazione, arrivò a rivendicare un intervento risolutore della “forza pubblica sul palco”.