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Ricordo di Peppino Mereu nel 150° anniversario della nascita
Di Peppino Mereu, poeta sardo tra i più significativamente autentico ed originale di fine Ottocento, rimangono circa sessanta componimenti; sas cantones rappresentano valori laici, legati all'attualità sociale e di lotta che in quegli anni, immediati al moto popolare de su connotu, animavano ancora un senso di viva ribellione nella Sardegna centrale.
Le poesie di Mereu, dai contenuti innovativi e fortemente rivoluzionari, circolavano con grande successo popolare attraverso i librini o fogli stampati e divulgati dai venditori ambulanti. Nonostante ciò, solo poche opere sopravvissero alla sua scomparsa giovanile (Tonara 1872 – 1901) e sarà inizialmente Raimondo Carta Raspi, nel 1926, a pubblicare un primo volume delle più belle e note poesie; ma bisogna attendere gli anni Settanta del secolo scorso che, grazie al meritorio lavoro del Collettivo di ricerca “Peppino Mereu” di Tonara, si ridefinisce l'attuale corpus con il ritrovamento di notevoli inediti e dando cosi vita alla conosciuta e apprezzata opera omnia (Poesias, a cura del Collettivo P. Mereu, 1978, pag 251, Edizioni Della Torre); la stessa silloge, ripubblicata diversi anni dopo nella collana La Biblioteca della Nuova Sardegna, è impreziosita dalla traduzione italiana di Salvatore Tola. Altre valide pubblicazioni risultano tra le edizioni nuoresi di Ilisso e Il Maestrale e tra i volumi curati da Edizioni Condaghes di Cagliari.
La lettura di diverse composizioni di Peppino Mereu significano rinverdire il patrimonio culturale-linguistico-poetico e riattivare un percorso nella storia sarda, come preziosa risorsa per la contemporaneità sociale, e nella cultura del ricordo su cui è cresciuta e formata l'identità collettiva. Quella di Mereu è una forte memoria poetica individuale, che custodisce e rievoca gli eventi e la condizione sociale di malessere percepita collettivamente al tramonto dell'Ottocento sardo. Lo stesso arruolamento volontario nei carabinieri (1891-1895), da cui verrà congedato per motivi di salute, rappresenta un periodo formativo in cui maturerà una coscienza critica su “zustissia”, potere, sistema militare e consapevolezza sulle molteplici problematiche socio-economiche-culturali dell'Isola; aderisce ai fermenti ideali socialisti e con la poesia ne esalta idee e valori di comune uguaglianza (Senza distinziones curiales/ devimus essere fizos de un'insigna/ liberos, rispettados, uguales./). Il ritorno a Tonara, da congedato e malato, accentua ancor più la sua poetica di malinconia ma anche di sferzanti rime critiche verso i rappresentanti della Chiesa e del potere locale.