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Sebastiano Manconi, sonetti legati alla vita rurale e all'orizzonte nuorese
Sebastiano Manconi (Nuoro 1886 – Milano 1935) ci viene descritto come un poeta triste, principalmente immerso nelle sofferenze familiari per i gravi problemi di salute del figlio, e solitario nella sua elaborazione lirica, coltivata lontana dalla sua amata Nuoro.
In realtà, pur esercitando la magistratura a Milano, conservò sempre le fraterne amicizie nuoresi e da giornalista pubblicista collaborò, come critico letterario, al quotidiano sassarese La Nuova Sardegna. Fu un apprezzato autore di saggi e di componimenti lirici in italiano; in limba si caratterizzò per dei sonetti brillanti e acuti su cui ritrovare una parte di autentica Sardegna (tra i versi affiora il mondo reale, con le sue vicende storiche e personali) e di passato recente della Nuoro vissuta da Grazia Deledda e da Sebastiano Satta, di cui, il Manconi, fu sincero amico e in diverse occasioni lo aiutò anche con la scrittura manuale di sue opere con i fratelli Deffenu, il poeta Francesco Cucca e Vincenzo Soro.
Manconi è idealmente sensibile alle aspirazioni popolari di giustizia e si ricollega all'intenso, combattivo ed originale panorama dei poeti nuoresi de “Su Connottu”. La poesia del Manconi si accosta sempre al contesto sociale d'origine e non viene mai meno il desiderio/bisogno di rivivere l'orizzonte nuorese: pastori, contadini, artigiani sono identificati nella dimensione laboriosa di semplicità popolare, attraverso sonetti di perfezione formale, che con la magia del linguaggio immediato e senza orpelli inutili, conquistano un ruolo e carisma da protagonisti. Non estranea alla poetica di Sebastiano Manconi una tensione etica e il legame verso la sofferta e sofferente umanità, condizione che osservava con spirito lirico, candido e schietto. Di Nuoro celebra le amicizie, i distintivi segni dell'infelice e sacrificata vita dei contadini e dei pastori, con una malinconia che sfocia in sentimenti di vicinanza e solidarietà umana; rivolge un'attenzione sincera verso i protagonisti della vita rurale e paesana, rappresentata da artigiani, commercianti ambulanti o da caratteristiche figure di umili massaie e servette. Suggestiva e particolarmente curiosa la vivacissima scenetta Issu mulinu 'ess'ozu, nel famoso frantoio di olive di Marghette; un personaggio di estrema simpatia e affabulatore di vivace spirito (da me conosciuto, perché amico e lacanarzu de 'inza di un mio anziano familiare) che rispondeva al nome di tziu Simone Tendas, coniugato a Illorai con tzia Anzeledha Cappai, e scomparso nel 1979 a Nuoro.