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Per poter rispondere alle domande sull’origine dei cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dai tre volumi del prof. Massimo Pittau, “Dizionario dei Cognomi di Sardegna”, Cagliari 2006, editrice “L’Unione Sarda”(www.pittau.it)
Cognome originante dalla regione omonima, che costituiva una Curatoria del Giudicato di Torres. Il centro principale di questa regione era Nurchi. Originariamente de Nurra, si ritrova nel CSNT 54, 187; in CSPS, 32, 38 etc, in CSMS ed in EA. Un casato con questo cognome, da Cagliari, con ramo in Oristano, appartenne alla nobiltà isolana ed ebbe in feudo l’Arcais del Campidano di Oristano, e Bonarcado. Nel 1700 un ramo dei Nurra viveva in Codrongianos ed un altro in Thiesi. La voce nurra appartiene al protosardo. In Lula, Oliena ed altri luoghi della Barbagia nurras = voragini nei monti.
È uno dei più antichi cognomi sardi. Può corrispondere al sostantivo melone-i “melone, popone” che deriva dal latino melo-onis, erra il DES II 102. È documentato in tutte le carte medioevali, in CDS, in atti del 1125 si ha Melone; in CSMB ed in CSNT si ha molte volte Melone, Meloni, Mellone. In EA, in CSPO, 83, in DE, 263 e 2906, si ha Melone, Meloni. Compare tra le famiglie che dal 1250 al 1500 erano autorizzate a svolgere traffici nel territorio della Repubblica di Genova. Nel 1400 un Melone ebbe feudo in Pozzomaggiore. Sempre nel 1400 in Sassari. Nel 1700 un casato Meloni da Cagliari, Mamoiada e Santulussurgiu, apparteneva alla nobiltà isolana.
È l’adattamento sardo del cognome propriamente italiano Collo o Colli, che corrisponde ad un appellativo collo documentato in una iscrizione nella chiesa di San Gavino Monreale del 1387; si ritrova anche nel CDS II 43,44 per l’anno 1410 come Collo, Collu.
Questo cognome potrebbe avere discendenza spagnola, precisamente catalana, sonda “scandaglio” adattato alla fonologia sarda; altra possibilità è quella di avere origine dall’aggettivo femminile “sunda”, che indica una varietà di mandorla a sua volta originante da altra varietà chiamata tunda cioè tonda. Potrebbe anche derivare da un soprannome, originato dalla unione di sa unda “l’onda”. Si riscontra in vecchi atti sardi (EA).
In origine il cognome è da dividere in De Jana, e questo fa capire già dove si andrà a parare. Il sostantivo Jana “fata, maga” deriva dal latino Diana, come attestano alcuni antichi atti (come il DES I 706) ed il cognome probabilmente è da interpretare come figlio/a della maga. Lo si ritrova nel Condaghe di Silki 325 come de Jana, in quello di Salvennor come de Yana, e nel CDS II 43 e 44 come Deyana, de Yana, Dejana. La matrice originerà, poi, tutta una serie di cognomi presenti nel territorio isolano come Deiana, Diana, Exiana, Giana.
Potrebbe avere origine dal latino “barba” utilizzato anche nella lingua sarda, oppure discendere dal nome femminile personale Alba derivato dal latino albus-a e cioè bianco-a.
È tipico cognome campidanese, derivato dalla voce locale “tuvu” argilla, da cui tuberi terreno argilloso, cavatore d’argilla. Si ritrova frequentemente in antichi testi sardi, ad esempio in atti del CDS del 1410, trascritto come Tuferi, Toferi; nel 1400 in Oristano. Il cognome è reso illustre dallo scrittore, filosofo, politico G.B. Tuveri (Collinas 1815-1887).